Dopo la Brexit Londra punterà su whisky e birra per ripartire

WHISKY E BIRRA PER IL DOPO BREXIT – Come sarà la Gran Bretagna post-Brexit, tra 5 anni? Cercherà di tornare ad essere un paese esportatore, puntando in particolare su birra e gin e altri prodotti alimentari tipici. Per riuscirci il governo di Theresa May intende offrire un sostegno da 2,9 miliardi di sterline agli esportatori alimentari, con un aiuto extra di 185 milioni di sterline per sostenere in particolare le esportazioni verso il Giappone dove già esiste una buona domanda per prodotti quali tè, marmellata e biscotti.

SOSTENERE L’EXPORT ALIMENTARE – Lo scrivono gli esperti del Dipartimento per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari agricoli (Defra) in un rapporto intitolato “International Action Plan for Food and Drink” secondo cui anche da Australia e Nuova Zelanda potrebbero venire maggiori esportazioni per 293 milioni di sterline grazie a prodotti quali la birra, mentre Messico e altri paesi dell’America Latina potrebbero far crescere l’export alimentare britannico di 125 milioni, in particolare grazie a whisky e gin.

IL SETTORE CRESCE GIA’ DEL 6% – Nei primi sette mesi dell’anno l’export alimentare britannico ha superato i 10 miliardi di sterline, con un incremento di quasi il 6% su base annua: salmoni scozzesi, carni gallesi, whiskey nord irlandesi e formaggi inglesi sono già oggi prodotti molto noti nel mondo, logico dunque cercare di ripartire da essi per controbilanciare il prevedibile calo di vendite in Europa.

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