Mps: corrono prezzi e volumi, occhio ai bond subordinati
CHE FINE FARANNO I BOND SUBORDINATI? – Uno dei discrimini delle due ipotesi allo studio è rappresentata dal destino dei bond subordinati: l’idea iniziale presentata dallo stesso Passera di una conversione in capitale su base volontaria dei bond subordinati in mano agli investitori istituzionali sembra essere stata accantonata nella nuova proposta dell’ex numero uno di Intesa Sanpaolo (ed ex ministro dello Sviluppo Economico del governo Monti), ma potrebbe comunque essere portata avanti dall’amministratore delegato di Mps, Marco Morelli, nell’ambito delle attività propedeutiche al lancio dell’aumento di capitale che il piano di rafforzamento varato lo scorso luglio ipotizza per massimi 5 miliardi di euro.
LE QUOTAZIONI RISALGONO – La conversione dei bond subordinati consentirebbe di ridurre di 1-1,5 miliardi tale importo secondo alcune stime, ma anche in assenza di tale conversione il rafforzamento di Mps giustificherebbe un re-rating di tali bond, che a Piazza Affari hanno recuperato tra il 7% e l’8% da venerdì scorso, anche se i volumi contenuti rendono le quotazioni molto volatili. Il bond scadenza 2017 che ieri aveva chiuso a 77,18 risale a 77,65 euro, quello scadenza 2018 oscilla a 75,87 euro (dai 75,94 di ieri), mentre l’aprile 2020 (ieri a 73,37 euro) sale a 73,93 euro e il settembre 2020 scivola a 74,03 euro contro i 74,61 euro della precedente chiusura, ma conserva un rialzo superiore all’8% in settimana.
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