Mps: piano ambizioso ma concreto o libro dei sogni?

CHE VUOL DIRE OBIETTIVI MOLTO AMBIZIOSI? – Obiettivi 2019 “molto ambiziosi” quelli fissati dal nuovo piano di rafforzamento patrimoniale e rilancio di Mps secondo gli analisti di Kepler Cheuvreux che notano come un utile netto oltre 1,1 miliardi di euro e un Rote superiore all’11% “si confrontano con le nostre stime rispettivamente di meno di 600 milioni e del 5,6%”. Fanno eco i colleghi di Banca Imi: “gli obiettivi del business plan sono molto sopra il consenso”. Classica prudenza da analista finanziario o modo gentile per dire che il piano varato ieri dal Cda dell’istituto senese sembra ancora più un “libro dei sogni” che un concreto piano di battaglia?

TITOLO FACILE DA MUOVERE – Per ora il mercato vuole credere che sia la volta buona, ma qualche operatore fa notare che muovere un titolo che capitalizza (dopo aver più che raddoppiato le proprie quotazioni in sole 6 sedute di borsa) poco più di un miliardo di euro può essere relativamente agevole per qualche fondo particolarmente aggressivo, per non parlare di eventuali “mani amiche” pronte a dare un aiuto temporaneo approfittando delle quotazioni minimali toccate solo il 14 ottobre scorso. Il difficile verrà dopo, con un raggruppamento azionario nel rapporto di 1 nuova azione ogni 100 esistenti che la dice lunga sull’effetto diluitivo che l’operazione è destinata ad avere.

COLLOQUI CON POTENZIALI NUOVI SOCI – Questo anche se, come ci si augura, l’ammontare dell’aumento di capitale che si scaricherà sul mercato non dovrebbe essere di 5 miliardi bensì della metà o poco più grazie da un lato alla conversione volontaria di bond (presumibilmente solo le emissioni Lower Tier II, grazie a qualche offerta “generosa”) in azioni, da cui potrebbero arrivare 1-1,5 miliardi, dall’altra all’intervento di qualche investitore interessato ad assumere partecipazioni rilevanti, coi quali in conference call il Ceo Marco Morelli ha detto che già oggi inizieranno i colloqui.

CORRONO I BOND LOWER TIER II – A fare il tifo perché tutto vada in porto sono anche le banche del consorzio di collocamento che hanno aggiornato (accettando di incassare commissioni più basse) l’accordo di pre-underwriting che scadrà a fine dicembre. Intanto mentre i titoli azionari restano sospesi al rialzo corrono i bond Lower Tier II: quelli con scadenza 30 novembre 2017 viaggiano attorno a 82,05 euro (+3 % da ieri, +22,5% circa dal 26 settembre), quelli scadenza 15 gennaio 2018 oscillano a 82 euro (+4,7% giornaliero, +26,15% dal 26 settembre), i bond scadenza 21 aprile 2020 sono a 81 euro (+8,1% da ieri, +27,55% dal 23 settembre) e quelli che scadranno il 9 settembre 2020 sono indicati a 81,82 euro (+8,2% da ieri, +28,44% dal 23 settembre).

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