Fondo Atlante e il “no grazie” delle banche estere

GUZZETTI: AD ATLANTE SONO MANCATI GLI ESTERI – Sorpresa (ma non troppo): alcuni soggetti presenti negli elenchi iniziali delle adesioni al Fondo Atlante non hanno poi versato il preannunciato contribuito al fondo stesso. Lo ha confermato oggi Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo e dell’Acri e tra gli “sponsor” più attivi che hanno lavorato al lancio di Atlante. Ma a chi si riferisce Guzzetti? Agli investitori esteri, in particolare a Credit Agricole e Bnp Paribas che “operano in Italia con banche che hanno Npl” (Cariparma e Bnl, ndr), ma “non fanno solidarietà per tutto il sistema”.

BASTERANNO 2 MILIARDI A SALVARE BPVI E VENETO BANCA? – Nelle riunioni di presentazione del progetto, cui lo stesso Guzzetti era presente, “erano chiari obiettivo e finalità” del fondo, ha confermato il banchiera, così come “era chiaro chi doveva mettere soldi”, ma “le banche straniere non li hanno messi”. “Chi si è comportato bene è stata Allianz” ha aggiunto il presidente di Fondazione Cariplo e Acri, dicendosi poi “preoccupo del Veneto” (Atlante è intervenuto per salvare BpVi e Veneto Banca,  ndr). “Penati ha messo 2 miliardi, non so se bastano” ha concluso Guzzetti, che però non ha parlato del problema che sembra aver pesato sul (mancato) intervento degli investitori esteri, ovvero la valutazione degli Npl ancora in pancia agli istituti italiani.

ATLANTE 2, NODO RESTA VALUTAZIONE DELLE SOFFERENZE – Il Fondo Atlante, che intanto ha avviato un secondo veicolo ad agosto, col quale ha per ora raccolto 1,715 miliardi a fronte di un obiettivo di 3-3,5 miliardi e che dovrebbe rilevare gli Npl di Mps ed eventualmente di altri istituti in crisi, ha infatti accettato la valutazione indicata nel piano di salvataggio dell’istituto di Siena portato avanti da Jp Morgan e Mediobanca, piano che prevede la cessione delle sofferenze ad un valore equivalente al 32% del valore lordo di libro, molto più elevato di quanto finora accettato dal mercato (che ha valutato operazioni analoghe tra ili 15% e il 25% del valore lordo di libro). Se le valutazioni di mercato non saliranno, difficile pensare che gli investitori esteri si faranno tentare da considerazioni in merito alla “solidarietà di sistema”.

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