Piazza Affari soffre Draghi e ipotesi no al referendum

PIAZZA AFFARI SI PREPARA AL PEGGIO – Piazza Affari si prepara al peggio, ossia ad una vittoria del “no” al referendum del 4 dicembre prossimo che potrebbe aprire una crisi di governo, e perde quota, coi titoli del comparto finanziario che risentono anche della parole di Mario Draghi (presidente della Bce) che ammonisce: le banche italiane sono ancora troppo poco redditizie e debbono liberarsi quanto prima del fardello degli Npl. Il che significa nuovi tagli dei costi, dismissioni e ricapitalizzazioni. Così a fine giornata il Ftse Mib perde l’1,75%, il Ftse Italia All-Share cede l’1,59%, mentre il Ftse Italia Star resta a -0,02%.

STM SALE DOPO DICHIARAZIONI BOZOTTI – Nella giornata non sono comunque mancati i segni positivi tra le blue chip italiane, con Stmicroelectronics che è salita di quasi 2 punti dopo che l’amministratore delegato Carlo Bozotti ha parlato di segnali di accelerazione della crescita nel secondo semestre, mentre anche Italgas dopo un buon giudizio di Credit Suisse è riuscita a recuperare tre quarti di punto chiudendo a 3,16 euro. Guadagni attorno al mezzo punto hanno segnato anche Fiat Chrysler Automobiles e Campari.

BANCHE E PETROLIFERI ANCORA IN ROSSO – All’opposto continua la caduta di Bpm e Banco Popolare, destinate a fondersi dal prossimo gennaio ed entrambe in calo di oltre il 5%. Quattro punti di perdita toccano pure a Mediobanca, che oggi ha annunciato il lancio di un’Opa parziale su due emissioni obbligazionarie Lower Tier 2, oltre che per Banca Carige tra le mid cap, mentre Ubi Banca e UnipolSai chiudono poco sopra il 3,5% di perdita ciascuna. La discesa del greggio ha portato nuove vendite sui petroliferi; tra i titoli minori non si arresta la caduta di Stefanel (-6,28% a 10,74 centesimi per azione).

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