Ubi Banca a un passo dalle good bank, il problema restano gli Npl

UBI BANCA ATTENDE IL VIA LIBERA SULLE GOOD BANK – Ubi Banca sottotono a Piazza Affari, dove il titolo fatica a staccarsi dalla soglia dei 2 euro per azione mentre si attende il completamento dell’acquisizione di tre delle quattro “good bank” (Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti) nate lo scorso dicembre dalla risoluzione di altrettanti istituti di piccola dimensione. Entro le prossime 48 ore dovrebbe arrivare il via libera della Vigilanza Bce, anche se resta da risolvere un problema prima che l’operazione possa concludersi.

IL PROBLEMA E’ SEMPRE LO STESSO: GLI NPL – Come noto sui quattro istituti pesano crediti deteriorati per circa 3,7 miliardi di euro che Ubi Banca non intende accollarsi. Urge dunque trovare un operatore interessato, ma come sempre c’è il nodo della valutazione degli Npl. Si parla di un intervento del Fondo Atlante, che però è già impegnato nell’operazione da 27,7 miliardi di Npl di Mps (di cui dovrebbe sottoscrivere la tranche mezzanine senior da 1,6 miliardi) e che a breve deve decidere come fare per cedere almeno 4 degli 8 Npl di BpVi e Veneto Banca.

POSSIBILE INTERVENTO DI ATLANTE E FONDI – Così il fondo gestito da Quaestio Sgr potrebbe limitare il suo intervento ad una cartolarizzazione da 2-2,5 miliardi di euro, sempre che trovi ulteriori risorse per potersi impegnare in tal senso, mentre non è escluso che anche il Fondo di risoluzione inietti nuovi capitali nei tre istituti (mentre il Fondo interbancario di tutela dei depositi potrebbe intervenire a soccorso di CariFano). Il tutto dovrebbe avvenire nei prossimi giorni per consentire poi a Ubi Banca di iniettare a sua volta 300-400 milioni di euro (rispetto ai 600 milioni inizialmente ipotizzati) nelle tre banche acquisite e consentire loro di alzare le coperture sugli stessi, riducendo così l’esborso da chiedere al fondo Atlante. Una quadratura del cerchio tutt’altro che agevole ma non impossibile.

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