ITALEXIT NON AUTOMATICA – Uno scenario da incubo che però non è detto si realizzi visto che gli esponenti di M5S come Luigi Di Maio hanno formulato dichiarazioni molto vaghe su cosa potrebbe sostituire l’euro, ipotizzando “un euro a due velocità o il ritorno a una valuta nazionale”. Dato che, come ha scoperto la Gran Bretagna, l’uscita dalla Ue (e dall’euro) non avverrebbe immediatamente ma solo dopo lunghi e complessi negoziati, l’idea che l’Italia possa uscire dall’euro e dall’unione europea subito dopo l’eventuale vittoria del “no” al referendum del 4 dicembre è chiaramente esagerata non fosse altro per il fatto che la Costituzione italiana vieta l’abolizione di trattati internazionali attraverso il voto popolare.
ITALIANI CREDONO NELL’EURO – Sarebbe dunque necessaria prima una riforma costituzionale che, come quella attualmente sotto referendum, se non raggiungesse i due terzi dei voti in Parlamento sarebbe sottoposta a sua volta a referendum confermativo e se anche in quest’ultimo prevalessero i “sì” all’Italexit, la Corte Costituzionale avrebbe l’ultima parola. Molto probabilmente però il solo materializzarsi del rischio di un’uscita dell’Italia dall’euro manderebbe la volatilità dei mercati alle stelle e potrebbe portare gli stessi movimenti populisti che ora cavalcano l’onda di scontento contro l’euro a cambiare idea, scegliendo di rimanere nella Ue e nella valuta unica, tanto più che solo un minoranza di poco più del 15% degli elettori italiani sembra per ora voler abbandonare l’euro, contro circa i due terzi che dichiara di credervi ancora.