Piazza Affari sembra già aver scordato Renzi

PIAZZA AFFARI VOLTA PAGINA – Morto un papa, se ne fa sempre un altro e la stessa regola vale per governi e premier vari. Così il giorno dopo aver pagato pegno per la bocciatura della riforma costituzionale e le conseguenti dimissioni del premier Matteo Renzi (congelate per qualche giorno, fino all’approvazione della legge finanziaria) Piazza Affari volta pagina, con il Ftse Mib che in un’ora e mezza di lavoro recupera l’1,18%, il Ftse Italia All-Share che sale dell’1,12% e il Ftse Italia Star che segna +0,49%.

TELECOM ITALIA NON PIANGE – Tra le blue chip italiane si mettono in luce quei titoli per i quali la caduta del governo Renzi potrebbe portare novità positive, come Telecom Italia (+1,64%), impegnata nella creazione di una rete in fibra ottica nazionale alternativo al piano sponsorizzato da Enel e appoggiato da Renzi, Enel Open Fiber. A Telecom Italia giova poi la decisione di Jp Morgan di alzare il target price da 85 e 90 centesimi per azione, pur confermando una raccomandazione “neutral”.

BENE LE UTILITIES, DEBOLE MPS – In recupero anche le utilities, per il calo della tensione sul mercato obbligazionario e il conseguente calo di tassi e spread: Italgas si riavvicina così ai 3,31 euro per azione (+2,8%), A2A segna +2,7%. Tra i finanziari guadagnano attorno o più del 2% Mediobanca, Generali e Intesa Sanpaolo. Al contrario perde un ulteriore paio di punti Mps (a 18,24 euro per azione), dopo che le banche chiamate a garantire il collocamento dell’aumento di capitale hanno preso ancora alcuni giorni di tempo per decidere se e come avviare l’operazione. Deboli anche Tenaris e Salvatore Ferragamo, in rosso di oltre un punto a testa.

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