Tre opzioni per gli obbligazionisti subordinati Montepaschi

Sabato 17 dicembre diverse filiali del Montepaschi sono rimaste aperte al pubblico per consentire, a chi volesse farlo, di convertire le proprie obbligazioni subordinate in azioni in vista dell’aumento di capitale della banca senese. Per la conversione c’è tempo fino al 21 dicembre. Secondo indiscrezioni pare che diverse persone si siano recate agli sportelli in questa prima giornata. Ma vediamo quali opzioni ha davanti chi possiede obbligazioni subordinate dei Montepaschi.

 

Prima opzione 

La prima opzione riguarda la possibilità di partecipare all’aumento di capitale, convertendo le obbligazioni subordinate in proprio possesso in azioni. Per farlo c’è tempo fino alle ore 14 del 21 dicembre.

Un vantaggio di questa scelta riguarda l’aumento iniziale del valore delle obbligazioni prima della trasformazione in azioni. Oggi infatti il valore dei bond è pari a 50 mentre Mps li rimborsa a 100. Chi possiede un’obbligazione scadenza 2018 “Tier 2” e decide di venderla, incasserà oggi 50 (perdendo lo stesso ammontare rispetto al valore che avevano nel 2008). Se invece il risparmiatore decide di convertire i propri titoli in azioni, i 50 diventano 100.

Seconda opzione 

Nel caso in cui l’aumento di capitale non andasse a buon fine, sarà lo stato ad intervenire e ad effettuare i rimborsi nei confronti dei piccoli obbligazionisti. Il rimborso avverrà al valore di mercato, vale a dire a 50. In questo caso, i piccoli risparmiatori perderebbero nell’investimento sul prezzo di 50. Parlando in parole povere, questa seconda opzione risulta essere meno favorevole della prima.

Terza opzione 

L’ultima opzione potrebbe realizzarsi se Monte dei Paschi farà ricorso all’ormai celeberrimo bail-in, in base al quale, se la banca fallisce, a rispondere in prima battuta sono azionisti, obbligazionisti e, in successione, i correntisti che detengono oltre 100 mila euro.

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