AXA SI SFILA DA MPS? – Mps naviga a vista a Piazza Affari tra l’emergere di nuove voci e ipotesi di mercato sul futuro di Siena. Svaniti gli “anchor investor” e con essi, salvo miracoli, la possibilità di centrare la ricapitalizzazione di mercato da 5 miliardi, anche Axa potrebbe dileguarsi, secondo la stampa francese, che riporta come il colosso assicurativo transalpino (finora socio al 3,17%), non avendo bond passibili di conversione forzata in azioni nell’ambito della prevedibile operazione di “burden sharing” che precederebbe l’incremento della partecipazione del Tesoro (attualmente al 4%) nel capitale di Mp, starebbe valutando se lasciare diluire a meno dell’1% la sua partecipazione.
OCCHI PUNTATI SU GENERALI – Per i francesi, infatti, l’investimento rischia di trasformarsi in un pantano, con l’ingresso di Generali (che in base ai rapporti di conversione previsti per l’offerta volontaria avrebbe potuto acquisire una partecipazione dell’8% post aumento ed ora attende di sapere i termini della probabile conversione forzosa) tra i soci di riferimento di Siena accanto allo stesso Tesoro. L’accordo di bancassurance tra Mps e Axa, appena rinnovato per altri 10 anni, resisterà alle intemperie o è già carta straccia?
IL PALLINO E’ IN MANO A PADOAN – Tutto dipenderà da come il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, deciderà di gestire la vicenda e dalle ripercussioni che essa avrà sia sul comparto bancario (dove sono tuttora a rischio oltre alle 4 “good bank”, 3 delle quali dovrebbero finire a Ubi Banca nei prossimi giorni, anche Banca Carige e le popolari venete BpVi e Veneto Banca, rilevate dal fondo Atlante che vi ha appena dovuto iniettare altri capitali), sia a livello politico, ad esempio con un supporto del governo a Silvio Berlusconi nel suo tentativo di stoppare la scalata di Mediaset lanciata da Vivendi in cambio di un sostegno di Forza Italia alla nazionalizzazione di Mps.