Vivere e investire oltre la globalizzazione, 10 previsioni dal Credit Suisse Research Institute

Se il 2016 è stato l’anno che ha ‘incrinato’ la globalizzazione, nel 2017 si assisterà alla creazione di un mondo più multipolare, con il rischio di un tracollo dei traffici commerciali.

E’ l’assunto di base contenuto nello studio “Getting over Globalization” realizzato dal Credit Suisse Research Institute. Ecco di seguito i dieci aspetti a cui prestare attenzione nel 2017  in questo contesto.

  • Stato di salute del commercio– La ratifica della Trans Pacific Partnership (TPP) tra USA, Giappone e un gruppo di paesi asiatici e del Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) tra gli USA e l’UE appare ormai una chimera e si registra un crescente ostruzionismo commerciale, cosicché il ritmo e lo stato di salute del commercio mondiale costituiscono forse la variabile chiave da monitorare con la maggiore attenzione.
  • Debito– I tassi zero o addirittura negativi sembravano indicare il mondo potesse permettersi di ignorare il debito, e in molti casi assumerne ancora di più. Ma ora la risalita dei tassi potrebbe mettere sotto pressione talune società e paesi. La Banca dei Regolamenti Internazionali BRI avverte giustamente che i livelli di indebitamento mondiale sono attualmente più elevati di quelli del 2007.
  • Immigrazione– L’immigrazione costituisce probabilmente il tema politico più scottante in Europa, ed è uno dei principali motivi per cui nel Regno Unito molti hanno votato a favore della Brexit. L’UE ha bisogno di un piano per gestire i flussi migratori, facendo in modo che tutti gli Stati membri accettino un approccio comune e che l’argomento cessi di rappresentare un problema politico controverso.
  • Quando si verificherà la prossima recessione?– È possibile affermare che negli ultimi sette anni i prezzi di mercato abbiano scontato quattro recessioni. A fronte degli elevatissimi livelli del debito e dei bassi margini aziendali in Cina, e con la ripresa statunitense che inizia ad assumere vigore, la prossima recessione naturale non può essere troppo lontana.
  • ‘Scenario Stranamore’ – confronto militare accidentale o premeditato– Il Mar Cinese Meridionale è spesso menzionato dai commentatori come teatro di confronto e ampie dimostrazioni di forza, ma alla luce della complessità ancora maggiore assunta dalla guerra in Siria vi sono anche altre aree geografiche che potrebbero innescare un conflitto militare.
  • Attacchi stealth e cyberguerra– I cyberattacchi ai danni di aziende sono oggi piuttosto comuni, ma per ovvi motivi si sente parlare molto meno degli attacchi perpetrati agli Stati da parte di altri Stati. Potrebbe essere semplicemente una questione di tempo prima che una di queste aggressioni abbia risvolti imprevisti o provochi una risposta vigorosa.
  • Incidente a livello di banca centrale– Una mossa improvvida di politica monetaria potrebbe far perdere credibilità a una banca centrale – si immagini ad esempio la Bank of Japan che prova a stimolare eccessivamente l’inflazione, con un conseguente rally dello yen.
  • Persone stanche del consumismo– Il consumismo è stato uno dei pilastri della globalizzazione, soprattutto lo è ora in molti mercati emergenti. Le difficili condizioni del mercato del lavoro in alcuni paesi (nel 2015 i consumatori in Russia, Sudafrica e Turchia si sono detti pessimisti o comunque meno ottimisti circa le loro prospettive reddituali), le crescenti disuguaglianze a livello patrimoniale e un assottigliamento della classe media potrebbero tuttavia offuscare l’appeal degli stili di vita ‘aspirazionali’ e dell’acquisto di beni materiali.
  • Irrigidimento delle giurisdizioni multipolari– Forti della loro posizione di potenza geopolitica o economica, alcuni Stati potrebbero essere tentati di ignorare le leggi internazionali. Varie aree geografiche adottano quindi sempre più spesso un proprio ‘modo di fare le cose’ a discapito del commercio e, potenzialmente dei diritti umani.
  • Eventi climatici– Il cambiamento climatico costituisce parte integrante della globalizzazione sia in termini di effetti che quest’ultima ha prodotto sul clima, sia anche per quanto concerne i rimedi (sul piano normativo e tecnologico) che sono stati messi a punto per cercare di invertire questa tendenza. Il 2016 è stato l’anno più caldo mai registrato e una ripetizione di queste temperature potrebbe mettere in difficoltà molte imprese agricole e filiere alimentari, con conseguenti crisi umanitarie.

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