E se il 2017 delle banche fosse meno peggio di quello che sembra?

Le banche europee sembrano essersi incamminate lungo una traiettoria ascendente, anche se i miglioramenti arriveranno probabilmente con calma e non senza rischi, scrive www.sofiaconfidential.it, citando un articolo di Advisors Perspectives.

Per il momento, scrive Julian Wellesley di Loomis Sayles & Co., gli amministratori delegati degli istituti di credito europei continueranno a guardare con invidia i concorrenti oltreoceano. I banchieri degli Stati Uniti possono infatti contare con ottimismo sulla possibilità di un’economia nazionale più forte, tassi di interesse più elevati e un allentamento della regolamentazione finanziaria nel Paese. Tutti questi fattori dovrebbero aumentare la redditività bancaria e i dividendi per gli azionisti.

Le economie europee appaiono comunque più in salute di prima:

– La crescita del Pil è in graduale ripresa, nonostante gli shock politici che hanno segnato il 2016, dal voto a favore della Brexit al referendum italiano che ha portato alle dimissioni di Matteo Renzi.
– I rendimenti dei titoli di Stato europei sono leggermente cresciuti dai livelli molto bassi o negativi precedenti.
– Tuttavia, i tassi di interesse a breve termine della zona euro resteranno probabilmente negativi nel prossimo futuro, mettendo ancora sotto pressione la redditività delle banche.

Secondo Wellesley, la notizia migliore è che l’Italia sta finalmente riducendo il carico di crediti non performing, attualmente al 17,6%, che risalgono perlopiù alla crisi finanziaria del 2008-2009.

Il secondo maggiore istituto italiano, Unicredit, sta raccogliendo 13 miliardi di euro attraverso un aumento di capitale, e la terza banca, Monte dei Paschi di Siena, è stata salvata dal governo. Entrambe potranno utilizzare il capitale aggiuntivo per aumentare le riserve e ridurre le sofferenze.

Al di fuori dell’Italia, i grandi istituti europei sono attualmente ben capitalizzati, dopo il rallentamento subito in seguito alla crisi del 2008-2009. Dallo stress test condotto nel 2016 dalla Banca centrale europea è emerso che le banche UE hanno coefficienti patrimoniali complessivi del 13%, rispetto al 9% del 2011, e che sono quindi meno vulnerabili.

Loomis Sayles & Co. ritiene che i rischi maggiori per le banche europee nel 2017 siano di natura politica:

– In Olanda le elezioni sono previste il prossimo marzo. Il Partito della Libertà di estrema destra è attualmente in testa nei sondaggi, anche se probabilmente gli altri schieramenti si alleeranno per formare un governo di maggioranza che li escluda.
– Per la Francia l’appuntamento elettorale è ad aprile e maggio, con il Front National attualmente secondo nei sondaggi.
– La Germania dovrà aspettare la fine del 2017. Angela Merkel cercherà di confermare il proprio incarico di cancelliere.

In ciascuna di queste elezioni, la possibile vittoria a sorpresa di un partito populista potrebbe aumentare notevolmente il rischio di frattura dell’Unione europea. Un’eventualità che potrebbe causare a sua volta una recessione molto dolorosa per le banche, la cui redditività è fortemente sensibile alle condizioni economiche.

Sicuramente lo scenario sta migliorando per gli istituti di credito europei, ma occorre essere consapevoli dei rischi che caratterizzeranno il 2017, conclude Wellesley.

 

FONTE: www.sofiaconfidential.it

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