Queste 5 azioni rendono più del 5%, ma attenti a non farvi ingannare. Ecco come funzionano i dividendi

Cinque società che già hanno reso pubbliche le loro intenzioni di distribuzione degli utili riferiti al 2016, offrono un rendimento da dividendi superiore al 5%.

Si tratta dei 5 titoli con il più alto dividendo annunciato rispetto al prezzo di Borsa alla chiusura di venerdì: una misura che nel gergo finanziario viene chiamata dividend yield.

Eccoli di seguito (tutti i dividendi proposti dovranno essere approvati dalle rispettive assemblee):

Intesa Sanpaolo lo scorso 3 febbraio ha annunciato un dividendo di 0,178 euro ad azione. Il titolo venerdì ha chiuso a 2,134 euro, pertanto al momento Intesa offre un rendimento da dividendo dell’8,34%. La cedola sarà staccata il 22 maggio e messa in pagamento il 24 maggio.

UnipolSai invece il 10 febbraio ha reso noto che offrirà ai suoi soci un dividendo pari a 0,125 euro per azione. Rapportandoli agli 1,880 euro della chiusura di venerdì si arriva a un dividend yield del 6,65%.

Beni Stabili il 9 febbraio ha annunciato che metterà sul piatto una cedola di 0,033 euro, che messa a confronto con un prezzo di 0,572 euro dà luogo a un rendimento del 5,77%. Lo stacco cedola avverrà il 29 maggio, con pagamento il 31 maggio.

Unipol venerdì scorso ha annunciato la distribuzione di un dividendo di 0,18 euro. Ai 3,280 euro del prezzo di venerdì tale dividendo si trasforma in un rendimento del 5,48%.

FinecoBank infine ha annunciato il 7 febbraio scorso un dividendo di 0,28 euro per azione. Il titolo ha chiuso venerdì a 5,410 euro, per un dividend yield del 5,17%. Lo stacco cedola è fissato per il 24 aprile, con pagamento il 26 aprile.

Roba da sfregarsi le mani. Ma è veramente così? E’ sufficiente comprare questi titoli prima dello stacco del dividendo per assicurarsi un facile guadagno?
La risposta è no.
Anche se potrebbe sembrare di sì. Non serve infatti detenere un titolo per un anno per incassare il corrispondente dividendo. Potrebbe addirittura essere acquistato il giorno prima dello stacco per percepire l’intera cedola.
Il giorno di stacco del dividendo però il prezzo del titolo diminuisce di un ammontare pari al dividendo staccato. Tanto che nei giorni di stacco dei titoli più importanti gli indici di Borsa scontano spesso una flessione motivata unicamente da tale fattore.
Quella dei dividendi è quindi un’operazione a somma zero.
Non è un caso che spesso i trader professionisti vendono l’azione il giorno prima dello stacco dividendi, dopo che ha accumulato rialzi in vista del dividendo, per ricomprarla il giorno dopo (o addirittura il giorno dello stacco stesso) a un prezzo più basso.

Allora come operare?
Innanzitutto ponendosi un orizzonte temporale lungo e non utilizzando i dividendi per tentare di speculare.
Questo vuol dire scegliere titoli che non solo daranno buoni dividendi quest’anno, ma che lo hanno fatto anche in anni recenti e possibilmente che abbiano mostrato un trend di crescita dell’ammontare distribuito ai soci.
Una tecnica adottata da alcuni investitori è quella di reinvestire i dividendi percepiti nello stesso titolo che li ha generati. Sul mercato americano, dove la disponibilità di dati storici è più ampia, la statistica ha dimostrato che tale strategia permette di ottenere buoni ritorni. Seguendo tale tecnica si ha però un aggravio commissionale per effetto delle numerose operazioni di acquisto, che rende giustificata tale operatività solo su ammontari investiti piuttosto considerevoli.

Quindi, tornando ai 5 titoli segnalati, come prendere vantaggio dalle maxi-cedole?
Un investitore potrebbe decidere di prendere posizione ora con l’idea di mantenere in portafoglio i titoli anche per i prossimi anni. Sempre che vi sia la convinzione che queste società continueranno a distribuire dividendi sopra la media.

 

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