L’ultima sparata verso l’alto ieri, con un rialzo del 12,28% che ha portato il titolo sui 18,92 euro, quasi il doppio di dove si trovava all’inizio dell’anno.
Il titolo in questione è di quelli che di solito non fanno notizia o che comunque difficilmente finiscono sulle prime pagine dei giornali: Aeroporto di Bologna. La performance tuttavia resta impressionante.
Dai primi giorni del dicembre 2016, il titolo ha intrapreso un rally che gli ha permesso di raddoppiare le sue quotazioni e di mettere a segno un impressionante +91% dall’inizio del 2017.
Un movimento per di più supportato da una contestuale impennata dei volumi scambiati.
Cosa sta succedendo?
Partiamo dai dati di fatto: nel 2016 lo scalo bolognese ha registrato il nuovo record di traffico della sua storia: oltre 7,6 milioni di passeggeri (7.680.992), per una crescita dell’11,5% sul 2015.
Mentre, in attesa del cda chiamato ad approvare il bilancio 2016 fissato per il 13 marzo, per i primi nove mesi dell’anno l’utile consolidato si è attestato a 10,1 milioni contro i 5,8 milioni del corrispondente periodo 2015.
Poi ci sono le indicazioni riportate dalla stampa:
il Sole24Ore di domenica scorsa ha anticipato un piano di investimenti in infrastrutture per il periodo 2016/2020 del valore di circa 120 milioni di euro, mentre l’edizione online del Resto del Carlino lo scorso 2 febbraio ha addirittura ventilato la possibilità che lo scalo bolognese possa dotarsi delle caratteristiche necessarie a ospitare un volo diretto per la Cina.
Abbastanza per giustificare il decollo verticale del titolo nelle ultime settimane?