Il Pakistan diventa Emergente: ecco le opportunità (e qualche rischio)

A cura di Oliver Bell, gestore del fondo T. Rowe Price Frontier Markets Equities, T. Rowe Price

Da tre anni investiamo con successo in Pakistan tramite la nostra strategia sull’azionario dei Mercati di Frontiera, sovrappesando il Paese sin dall’inizio. In questo arco di tempo, abbiamo assistito a (e tratto beneficio da) un’inversione di tendenza, che ha raggiunto il suo culmine con l’annuncio lo scorso anno da parte dell’MSCI sulla riclassificazione del Pakistan come Mercato Emergente, a  partire da fine maggio 2017.

Il Pakistan è un Paese che sta uscendo dall’universo dei Mercati di Frontiera per le ragioni giuste. I miglioramenti significativi in ambito economico, politico e della sicurezza, indicano che un contesto relativamente volatile si è evoluto in un sistema più stabile, nel quale le aziende ben gestite possono potenzialmente prosperare. Questo clima economico più favorevole è stato di beneficio per molte banche pakistane. Un ciclo di riduzione della leva finanziaria durato quasi cinque anni, fino alla fine del 2014, si è bruscamente invertito. La crescita dei prestiti si è ripresa con percentuali a doppia cifra, grazie alle aziende che hanno ricominciato un processo di leveraging. Ciò è evidente nella crescita degli utili e nel miglioramento dei margini, trend che ci aspettiamo continui. Un altro elemento di sostegno nel lungo termine è il fattore demografico, che probabilmente sarà di supporto per le banche, così come per altri settori dell’economia. Con circa 195 milioni di abitanti, il Pakistan è il sesto paese al mondo per popolazione.

Alla luce di questi trend, la spesa dei consumatori rappresenta un esempio attraente di crescita strutturale; il maggiore uso dei cellulari e di internet sta aumentando la conoscenza dei vari marchi – i consumatori pakistani stanno sviluppando preferenze di brand, via via che diventano più consci dei prodotti che possono comprare. Le opportunità che abbiamo identificato in quest’area riguardano anche un’azienda di comunicazione che fornisce una buona esposizione sia ai consumatori pakistani sia alla digitalizzazione del settore televisivo del paese, che copre solo l’1% della popolazione.

Il Pakistan ha rappresentato un buon contesto per gli investitori per diversi anni, e noi vi abbiamo una buona esposizione. Tuttavia, è giusto dire che i rischi stanno crescendo, sia dal punto di vista economico, che da quello politico. L’inflazione, anche se attualmente si trova a bassi livelli, difficilmente vi resterà all’infinito. Non ci aspettiamo alcuno shock, ma i prezzi probabilmente aumenteranno col tempo, e questo potrebbe portare ad un ritorno dell’inasprimento della politica monetaria.

Ci aspettiamo che la crescita del Pil rimanga attorno ai livelli attuali nel breve termine. Guardando a un più lungo termine è tuttavia difficile vedere come il Pakistan possa raggiungere i livelli di crescita economica delle “tigri asiatiche”, senza ulteriori, significative riforme economiche e strutturali.

Per esempio, il Pakistan è soltanto ad un livello iniziale in termini di sviluppo dei trasporti e delle infrastrutture energetiche. Una delle motivazioni risiede nel fatto che i livelli generali di investimento sono stati circa la metà rispetto alla media per i mercati emergenti. Tuttavia, esistono ragioni per essere ottimisti: è stato avviato il China/Pakistan Economic Corridor (CPEC), un piano infrastrutturale da 46 miliardi di dollari (equivalente a circa il 16% del Pil pakistano). La speranza è che possa aiutare a superare alcune problematiche legate alla mancanza di energia del Paese, a promuovere un rapido processo di industrializzazione e la creazione di posti di lavoro.

Guardando invece, più in generale, alla situazione politica, anche se sono stati fatti dei buoni progressi, il livello di rischio sembra in aumento. Con le elezioni parlamentari del 2018 potremmo vedere un incremento della spesa pubblica nel periodo precedente i sondaggi. Monitoreremo soprattutto se il governo sosterrà politiche populiste e pro-cicliche, in termini di spesa pubblica, profilo del debito e taglio dei tassi di interesse più aggressivo rispetto a quanto riterremmo necessario.

In generale, nonostante i rischi crescenti, il recente successo del Pakistan offre prove solide del progresso potenzialmente raggiungibile dai Mercati di Frontiera. Vediamo sempre più questi Paesi come una fonte sicura di aziende di alta qualità, che scambiano a valutazioni attraenti. L’imminente ritorno del Pakistan nell’MSCI Emerging Markets Index segue la promozione nell’indice di Qatar ed Emirati Arabi, nel 2014. Nel lungo periodo, riteniamo che altri Mercati di Frontiera abbiano il potenziale per raggiungere lo status di Mercato Emergente.

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