Banca Carige continua a perdere terreno in borsa

CARIGE ANCORA IN CADUTA – Banca Carige ancora in difficoltà a Piazza Affari, dove il titolo cede il 2,9% cadendo a 22,74 centesimi di euro per azione con poco più di 5,25 milioni di pezzi scambiati finora. A pesare sul titolo dell’istituto ligure è l’incertezza per l’esito del prossimo Cda in calendario il 9 giugno, dopo lo scontro al vertice tra il vicepresidente e azionista di controllo (col 17,588%), Vittorio Malacalza, e l’amministratore delegato Guido Bastianini, sfiduciato con una lettera recapitata al Cda dallo stesso Malacalza (che nell’avventura in Carige perde al momento circa l’87% su un investimento di 230 milioni).

MALACALZA PRECISA I MOTIVI DEL DISSENSO – Lettera che avrebbe destato la perplessità di alcuni altri soci, che temono che da un simile scontro emergano danni superiori ai benefici, tanto che Malacalza ha poi ritenuto di precisare di aver agito avendo a mente “esclusivamente” gli interessi “di Banca Carige e di tutti gli stakeholders”. Oltre che sui tempi e sull’efficacia delle misure proposte, il dissenso di Malacalza riguarda “le scelte che la banca deve assumere per ottemperare alle prescrizioni dell’autorità di vigilanza” e l’individuazione “delle soluzioni più idonee per rapidità, efficienza, fattibilità e conservazione del valore”.

BASTIANINI PER ORA TACE – Da parte sua Bastianini non ha per ora replicato, ma già da ieri sono iniziate a circolare voci di una possibile formalizzazione delle proprie dimissioni proprio nel Cda del 9 giugno. Secondo le indiscrezioni fatte filtrare sulla stampa, il punto del contendere riguarderebbe non tanto l’aumento di capitale da 450 milioni di euro, quanto l’eventuale conversione forzosa del prestito subordinato “perpetual” emesso nel 2008 per 160 milioni e in portafoglio a Generali ancora per 80 milioni. Numeri che rispetto alla capitalizzazione attuale, inferiore di soli 195 milioni rischierebbero di portare la compagnia triestina a superare lo stesso Malacalza con un 20% di capitale, secondo alcuni complicando, anziché facilitando, il successo della successiva ricapitalizzazione.

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