Crolla il petrolio, cosa fare con i titoli oil in Borsa?

Continua il periodo ribassista del petrolio. Dai massimi di quest’anno segnato a febbraio in area 54,5 dollari, le quotazioni del petrolio hanno perso oltre il 20%, senza trovare alcun supporto nei tagli alla produzione annunciati dall’Opec. E ora i prezzi viaggiano intorno ai 43 dollari.

Una flessione che si riflette negativamente ai titoli azionari legati all’oro nero. Gli analisti di Macquarie hanno deciso di rivedere al ribasso il giudizio su Eni, passando da “outperform” a “neutral”, con un prezzo obiettivo ridotto da 16 a 14 euro. A scommettere sul titolo è invece Goldman Sachs che lo considera vincente nel contesto attuale, in quanto la società presenta un portafoglio diversificato di progetti.

Buone notizie per Eni arrivano anche da Equita SIM che ha ribadito il rating “buy”, con un target price a 17 euro. Riflettori puntati anche su Tenaris che per Equita SIM è da mantenere in portafoglio, con un fair value a 15,5 euro. Anche su Saipem i giudizi sono improntati alla prudenza almeno secondo le indicazioni di JP Morgan che ha una raccomandazione “neutral”, con un prezzo obiettivo rivisto al ribasso da 4,3 a 3,75 euro. Non si sbilanciano neanche i colleghi di Kepler Cheuvreux che su Saipem hanno un rating “hold”, con un target price a 4,5 euro.

Tra i titoli a minore capitalizzazione, Equita SIM continua a puntare su Saras che resta da acquistare con un target price a 2,53 euro. Più cauta Mediobanca Securities che su Saras ha una raccomandazione “neutral”, con un fair value a 1,9 euro.

Sui mercati forex, spiega invece Swissquote, le valute legate al petrolio sono state oggetto di pesanti pressioni a vendere. La coppia più vulnerabile è l’USD/RUB, che si sta avvicinando alla sua media mobile a 200 giorni, intorno a 60.

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