PESA AUTOMAZIONE E CRESCITA DIVARIO RICCHI/POVERI – Una tendenza che del resto è figlia del successo che il settore terziario ha incontrato negli scorsi decenni, successo che l’ha portato ad avere un numero di occupati di gran lunga superiore a quello del settore secondario, occupati che in parte sono ora a rischio per il continuo progredire della tecnologie a dei nuovi modelli di business legati all’innovazione. Nel Regno Unito, ad esempio, la Banca d’Inghilterra prevede che quasi 15 milioni di posti di lavoro, in gran parte nei servizi, siano a rischio a causa della crescente automazione e del sempre più ampio divario tra ricchi e poveri.
PER IL MOMENTO IL RISCHIO E’ LIMITATO – Uno studio di McKinsey Global Institute ha invece scoperto che meno del 5% dei lavoratori attualmente occupati in 46 paesi al mondo può essere totalmente sostituito dalle tecniche di automazione attuali, ma che circa un terzo dei compiti svolti dal 60% degli occupati potrebbe già esserlo. Naturalmente non mancano gli scettici, che notano ad esempio come la crescita della produttività negli Usa e in tutto l’Occidente continui a rallentare, esattamente l’opposto di quanto ci si aspetterebbe automatizzando sempre più attività. Il futuro ha dimostrato più volte di non essere facilmente prevedibile, tuttavia forse fareste meglio a chiedervi se il vostro posto di lavoro non possa essere automatizzato nei prossimi anni e a decidere per tempo cosa fare in quel caso.