Causa Brexit, i gestori riducono i titoli immobiliari britannici e investono in Spagna

LA BREXIT PESA GIA’ SULL’IMMOBILIARE BRITANNICO – In attesa di vedere come andranno i colloqui tra la Gran Bretagna e gli altri paesi dell’Unione europea per definire come nel 2019 sarà attuata la “Brexit” (ed in particolare se questo passo comporterà la perdita del passaporto europeo, e dunque dell’accesso al mercato unico, per merci e servizi britannici o meno), i primi contraccolpi del processo di uscita del Regno Unito dalla Ue si iniziano a vedere ad un anno dal referendum che ha visto prevalere il partito di coloro che volevano lasciare l’unione.

QUOTAZIONI ECCESSIVE, MEGLIO I TITOLI SPAGNOLI – Gestori come quelli di BlueCrest Capital Management, infatti, stanno iniziando a ridurre la propria esposizione sulle società immobiliari e di costruzione britanniche come Intu Properties, Barratt Developments o Berkeley Group Holdings,  che trattano a loro giudizio a multipli eccessivamente elevati, preferendo investire, nello stesso settore, su nomi spagnoli come Inmobiliaria Colonial, Axiare Patrimonio Socimi, piuttosto che Lar Espana Real Estate Socimi, Neinor Homes o Hispania Activos Inmobiliarios Socimi, che dovrebbero beneficiare del graduale rialzo degli affitti, via via che l’economia iberica continua nel suo recupero dopo la crisi del 2008-2009.

GLI INVESTITORI SONO SEMPRE PIU’ PREOCCUPATI – Molte immobiliari e Reit trattano a livelli molto vicini a quelli a cui si trovavano un anno fa prima del referendum, fanno notare i gestori, ma nel frattempo molte cose sono cambiate e l’incertezza è aumentata anziché diminuire. Lo scorso autunno un investitore autorevole come Crispin Odey, specializzato in fondi hedge, aveva avvertito che la maggiore inflazione che sarebbe seguita al voto favorevole alla Brexit avrebbe potuto portare ad un calo anche dell’80% delle quotazioni dei titoli del comparto immobiliare e il fatto che ciò non sia ancora accaduto non deve in alcun modo essere inteso come un segnale rassicurante.

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