Dollaro sui minimi dal gennaio 2015: che succede?

TRUMP PERDE ANCORA, IL DOLLARO CALA – L’ennesimo schiaffo rimediato dall’Amministrazione Trump, col Senato che ha respinto (coi voti contrari di alcuni senatori Repubblicani) l’ennesimo tentativo di revisione del sistema sanitario, che dall’entrata in vigore dell’Obamacare ha già subito 15 vani assalti da parte dei Repubblicani, potrebbe far scattare qualche  presa di profitto a Wall Street, dopo i massimi visti in questi giorni, e intanto mette nuovamente sotto pressione il dollaro, nei cui confronti l’euro vola a 1,7116, sui massimi dal gennaio 2015, con una crescita che da inizio anno supera ormai il 12%.

EURO A +12% DA INIZIO ANNO SUL BIGLIETTO VERDE – Se pensate che a inizio anno, con l’euro a 1,04 sul biglietto verde, in molti pronosticavano il raggiungimento di lì a breve della parità e non pochi sostenevano che la divisa unica europea avrebbe ulteriormente perso terreno per le tensioni politiche legate alla minaccia di un crescente successo di forze populiste in Austria, Francia e forse anche in Italia e Germania, il ribaltamento di prospettive avvenuto nelle ultime settimane è netto ed evidente.

MENO TIMORI IN EUROPA, FED PIU’ CAUTA DEL PREVISTO – Oltre al venir meno della minaccia populista in Europa, a pesare sul dollaro sono prospettive sempre più incerte relative all’agenda economica di Trump, su cui molti avevano scommesso fin dalla sua vittoria alle elezioni di novembre scorso. La stessa Federal Reserve, usando toni più concilianti in quest’ultimo mese rispetto a giugno, ha contribuito poi a raffreddare le attese per un ulteriore rialzo dei tassi sul dollaro, rialzo che secondo alcuni analisti potrebbe slittare a fine anno nel caso in cui dall’autunno la banca centrale iniziasse un graduale processo di riduzione del proprio attivo di bilancio, salito dopo la crisi del 2008 da meno di 900 miliardi agli attuali 4,5 triliardi di dollari.

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