Bitcoin ed Ethereum in crisi, per la Cina le Ico sono illegali

LA CINA METTE IN CRISI LE CRIPTOVALUTE – Che i Bitcoin (e le criptovalute digitali in genere) abbiano incontrato un successo crescente come strumento di transazione è indubbio, che possano costituire un investimento per il mercato retail resta molto più aleatorio, data la loro elevata volatilità. L’ultima conferma giunge stamane, dopo che la Pboc (People’s bank of China, la banca centrale cinese) ha dichiarato illegali le Ico (Initial coin offering).

IL BOOM DELLE ICO E’ GIA’ FINITO? – Attraverso una Ico una startup raccoglie fondi per nuovi strumenti di criptovalute, vendendo “token” la cui esistenza e comportamento è definito da un algoritmo matematico diffuso in rete in cambio di capitali. Finora a differenza delle Ipo (Initial public offering), relative al collocamento di strumenti finanziari regolati, le Ico non erano state regolamentate ma erano state tollerate della autorità, tanto che la prima Ico venne lanciata già nel 2013 basandosi sulla criptovaluta Mastercoin, mentre una seconda basata sulla criptovaluta Ethereum venne lanciata nel 2014. Secondo il sito Ico-list, ad oggi sono state lanciate nove Ico mentre altre tre stanno raccogliendo fondi e un’altra trentina almeno sono in pista di lancio.

PBOC DICHIARA ILLEGALI LE ICO – La Cina ha tuttavia deciso che le Ico sono un mezzo di raccolta di fondi illegale e ha chiesto che tutte le attività di fundraising in corso vengano interrotte immediatamente, aggiungendo che punirà severamente le future Ico e introdurrà penalizzazioni per le violazioni legali avvenute in quelle già portate a termine. Chi ha effettuato una Ico secondo le Pboc dovrebbe pertanto rifondere gli investitori, anche se non è chiaro in che valuta (o criptovaluta) il rimborso dovrebbe avvenire.

BITCOIN ED ETHEREUM IN CADUTA – In reazione a queste notizie, diffuse ieri sera sul sito ufficiale della Pboc, secondo il sito Coindesk le quotazioni del Bitcoin sono cadute stamane sino ad un minimo di 4.037,50 dollari risalendo poi a 4.256,7, contro i 4.319,72 della chiusura di ieri (e contro i 4.950,72 dollari toccati il primo settembre), mentre quelle del Ethereum hanno toccato un minimo di 268,29 contro dollaro, per poi risalire a 291,57 dai 322,64 dollari della vigilia (e i 389,51 di inizio mese).

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