Ubs continua a puntare sull’Asia, ma in modo selettivo

CON INCERTEZZE UTILI SOTTO I RIFLETTORI – Con la tensione creatasi tra Corea del Nord e Stati Uniti a livello di guardia, ha ancora senso investire sui mercati azionari asiatici? Sì secondo Mark Haefele e Min Lan Tan, rispettivamente Global Chief Investment Officer e Head APAC Investment Office del gruppo Ubs, secondo cui anche per via delle incertezze geopolitiche e dei dubbi riguardo la pianificata riduzione dell’attivo di bilancio della Federal Reserve gli investitori torneranno a concentrarsi sugli utili aziendali.

SALE IL RISCHIO DI UN CONFLITTO – Utili che in Asia sono i più forti da cinque anni a questa parte, cosa che favorirà l’ulteriore sovraperformance dell’azionario rispetto al mercato dei crediti e potrà beneficiare quegli investitori che sapranno generare alfa attraverso una selezionata esposizione ai mercati. Anche se il rischio di un conflitto tra Corea del Nord e Usa è stato alzato da un iniziale probabilità inferiore al 10% ad una tra il 10% e il 20%, gli esperti ritengono che si farà di tutto per evitarlo dato che avrebbe conseguenze pesanti sia in termini valutari (le valute asiatiche arriverebbero a perdere almeno il 10% contro dollaro ed euro) sia di borsa (una correzione del 20% dagli attuali livelli sarebbe probabile).

SI FA PRESTO A DIRE ASIA – Se volete seguire il consiglio degli uomini di Ubs, per restare investiti in Asia sarà comunque meglio concentrarsi sul valore relativo: i listini cinesi hanno già sovraperformato gli indici regionali del 10% e alcuni dubitano ci possano essere ulteriori significativi spazi di crescita, ma Ubs continua a suggerire un sovrappeso, in particolare sui titoli finanziari di Pechino, compensato da un sottopeso sull’azionario di Taiwan. Allo stesso modo i sovrappesi suggeriti in titoli azionari dell’Indonesia e della Tailandia vengono bilanciati da sottopesi sulle Filippine e sulla Malesia. Tra i bond, meglio sovrapesare le emissioni corporate emergenti rispetto ai crediti “investment grade”.

PROSPETTIVE PER IL PROSSIMO FUTURO – Per quanto riguarda le prospettive future, finora la crescita economica dei paesi asiatici ha superato le attese, favorendo una crescita delle quotazioni. Se per il 2017 gli esperti si attendono una crescita media degli utili aziendali del 15%, per il 2018 si dovrebbe scendere al +10%, anche se non è da escludere un rialzo delle stime. Da inizio anno i titoli “a crescita” e quelli ciclicli hanno sovraperformato i difensivi e quelli il cui andamento è legato ai tassi d’interesse (telefonici, energia e produttori di beni di consumo); da qui a fine anno Ubs suggerisce di ridurre l’esposizione al settore delle materie prime, mentre vede ulteriore valore nel comparto tecnologico, con un miglioramento delle prospettive per i titoli bancari via via che i tassi di mercato risaliranno, nel 2018, soprattutto a Hong Kong e Singapore.

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