Mps, parte il conto alla rovescia per la riammissione agli scambi in borsa

MPS TORNA SUGLI SCAMBI A INIZIO OTTOBRE – Secondo alcune indiscrezioni di stampa Marco Morelli, Ceo di Mps, sarebbe intenzionato a riportare il titolo della banca senese a scambiare sul listino di Milano tra il 2 e il 6 ottobre prossimi. Come noto i titoli Mps sono sospesi dallo scorso 23 dicembre dopo che la ricapitalizzazione sul mercato non era andata a buon fine facendo scattare una ricapitalizzazione precauzionale che ha visto il Tesoro diventare il primo azionista dopo una ricapitalizzazione da 3,85 miliardi (a 6,49 euro per azione), con Generali nel ruolo di secondo socio col 4,3% circa a seguito della conversione dei bond subordinati.

A BREVE RISTORO OBBLIGAZIONISTI – La banca, che dovrebbe lanciare nelle prossime settimane una proposta di transazione che preveda lo scambio tra le azioni (destinate a essere acquisite dal Tesoro) di cui gli obbligazionisti che avevano sottoscritto il bond Mps UT2 2008-2018 (IT0004352586) sono divenuti titolari a seguito della conversione e obbligazioni ordinarie Mps di nuova emissione per un importo complessivo massimo di 1,5 miliardi, è già al lavoro con la Consob per predisporre tutta la documentazione per ottenere la registrazione e la riammissione agli scambi.

QUALE SARA’ IL VALORE DEI TITOLI IN BORSA? – A quale valore verranno riammessi i titoli in borse non è ancora dato sapere (sul mercato “over the counter” il titolo ha oscillato attorno ai 4,2 euro nelle ultime settimane), ma se il piano di ristrutturazione consentirà a Mps di raggiungere a medio termine un valore di mercato attorno ai 5 miliardi di euro, ci si può attendere un prezzo tra i 3,5 e i 7 euro. Quanto alla composizione del capitale, a seconda dell’esito della transazione e del prezzo a cui il Tesoro acquisterà i titoli si dovrebbe avere tra il 2% e il 4% di capitale in mano ai vecchi azionisti, tra il 26% e il 44% in mano agli obbligazionisti subordinati a seguito di conversione in nuove azioni e tra il 52,2% attuale e il 70% (in caso di adesione totale al ristoro) in mano al Tesoro, in attesa di un successivo ricollocamento dei titoli sul mercato.

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