WisdomTree: anche sui mercati emergenti piccolo è bello

GLI EMERGENTI SONO TORNATI IN VOGA – Dopo il brusco calo subito nel quarto trimestre dello scorso anno dall’indice Msci Emerging Markets (-4,2%), a seguito dell’elezione di Donald Trump e della retorica protezionistica del nuovo presidente Usa, l’azionario dei paesi emergenti è tornato prepotentemente alla ribalta nei primi tre mesi dell’anno con un +11,5% (l miglior risultato trimestrale da cinque anni a questa parte). Come ricordano gli esperti di WisdomTree, un principio fondamentale della finanza comportamentale è che i flussi tendono a seguire le performance e anche in questo caso non c’è stata eccezione.

VOLA LA RACCOLTA DEGLI ETF “EMERGENTI” – Su quasi 1.800 Etf (exchange traded funds) quotati negli Usa, infatti, il fondo che ha raccolto più capitali nel primo trimestre dell’anno è stato un Etf specializzato sui mercati emergenti, che ha raccolto oltre 6,6 miliardi di dollari. Ma se molti investitori includono titoli di small cap Usa nel loro modelli, ancora pochi tendono a includere le small cap internazionali, e ancor meno quelle dei mercati emergenti notano gli esperti che ritengono come tale comportamento vada “in direzione opposta a come si dovrebbe costruire un portafoglio, creando un gap enorme all’interno di un modello completo”.

E’ IL MOMENTO DI INSERIRE LE SMALL CAP – Pertanto almeno per quanto riguarda portafogli specifici per i mercati emergenti, sarebbe opportuna una maggiore allocazione verso i titoli a piccola capitalizzazione. “Andando al di là dell’ovvio premio al rischio delle small cap – aggiungono gli esperti – ci sono diversi motivi per cui abbiamo una così forte fiducia nei titoli small cap dei mercati emergenti: le aziende più piccole e più orientate verso l’economia domestica, in genere, conducono la maggior parte delle loro attività sui mercati locali. Ciò rappresenta un modo organico per accedere all’agognato tema dell’ascesa dei consumi della classe media dei mercati emergenti”.

PUNTATE SU CHI PAGA BUONI DIVIDENDI – Inoltre, sebbene la retorica anti-commercio si sia attenuata nelle ultime settimane, la possibilità di una guerra commerciale esiste fino a quando rimarrà in carica l’amministrazione Trump. Grazie all’attenzione verso il mercato locale, le small cap “fanno molto meno affidamento su una forte crescita globale della domanda, e sono quindi più isolate da ipotetiche battaglie commerciali”. Infine, secondo gli esperti “è l’approccio ponderato in base ai dividendi che tende a fare la maggiore differenza” specie nel caso di mid e small cap. Pertanto gli investitori non dovrebbero semplicemente limitarsi a detenere titoli small cap emerging markets, ma dovrebbero focalizzarsi sui “dividend payer” di tale segmento.

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