Criptovalute: anche la Corea blocca le Ico, dagli Usa segnali di apertura

ANCHE LA COREA VIETA LE ICO – Nuova tegola sulla testa delle criptovalute: dopo la Cina, anche la Corea del Sud ha vietato le Ico (Initial coin offering), ossia quelle operazioni attraverso alcune startup provano a raccogliere fondi emettendo criptovalute come i Bitcoin, su cui sono fioriti negli ultimi anni servizi di trading ma anche fondi d’investimento. A far scattare il divieto da parte della Commissione per i servizi finanziari sudcoreana è stata ancora una volta l’impossibilità di procedere ad un controllo e monitoraggio, soprattutto per via dell’aumentare dei volumi di scambio.

SEUL TEME TRUFFE, MONITORA SITUAZIONE – Come già Pechino, anche Seul teme infatti il rischio di frodi e pertanto ha promesso “punizioni severe” ai soggetti coinvolti nel lancio di Ico, anche se al momento non sono stati diffusi dettagli sulle misure che verranno adottate. La commissione ha anche aggiunto che il governo non ritiene lo scambio di criptovalute parte integrante del proprio sistema finanziario e che continuerà a monitorare la situazione al fine di valutare ulteriori misure qualora si rendessero necessarie.

CAUTA REAZIONE DEI BITCOIN – Se dopo lo stop alle Ico da parte di Pechino, un paio di settimane fa, le quotazioni dei Bitcoin e delle principali criptovalute avevano accusato un brusco ribasso, in questo caso la reazione è stata molto più contenuta, limitandosi a un calo attorno al 2%, poi recuperato in giornata, con un minimo intraday di 4,030 dollari per Bitcoin secondo i dati forniti dal sito Coindesk.com. Al momento le quotazioni oscillano a 4,220,84 dollari, circa mille dollari sopra il minimo di 3,226,41 dollari toccato il 14 settembre scorso.

QUALCHE APERTURA DAGLI USA – A sostenere i Bitcoin sono anche le parole di Keith Noreika, neo-nominato direttore del dipartimento del Tesoro Usa cui spetta il compito di valutare le richieste di licenza bancaria che ieri non ha escluso la possibilità per chi sviluppa la tecnologia blockchain ed emette Bitcoin e altre criptovalute di poter richiedere una licenza. Noreika, esperto legale che ha decenni di lavoro nel settore bancario alle spalle, è stato tuttavia cauto ricordando come il processo richiederà tempo e non è detto che le licenze rapidamente concesse facilmente a chi le dovesse richiedere.

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