Russia vuole limitare accesso a siti che offrono criptovalute come i bitcoin

SVETSOV: RUSSIA LIMITERA’ ACCESSO A BITCOIN – Neppure le parola di Sergei Shvetsov, primo vice-governatore della banca centrale russa, fermano il rimbalzo dei bitcoin, che oggi recuperano un ulteriore mezzo punto percentuale riportandosi a 4.796,07 dollari secondo le quotazioni riportate dal sito Coindesk.com. Stamane parlando a una conferenza sui derivati finanziari il banchiere centrale moscovita ha fatto sapere che la banca centrale russa bloccherà l’accesso a siti che offrono criptovalute come i bitcoin. Una mossa che segue la decisione delle scorse settimane da parte della Cina (poi imitata dalla Corea del Sud) di vietare le Ico (Initial coin offering), ossia la raccolta di capitali privati attraverso la creazione e il collocamento di nuove criptovalute.

CRIPTOVALUTE SONO STRUMENTI DUBBI – Secondo Shevtsov le criptovalute sono uno strumento “dubbio”, che inizialmente è stato ritenuto del tutto illegale in quanto la loro emissione non è autorizzata dallo stato e per il fatto che possono essere utilizzate per riciclaggio di denaro sporco. In seguito le autorità hanno accettato il boom del mercato di tali strumenti, ma intendono controllarne gli scambi o limitarne l’accesso. “Non possiamo rimanere a guardare, non possiamo dare accesso diretto e agevole a simili dubbi strumenti agli investitori retail” ha concluso Shetsov.

ROGOFF: LA FORZA DEI BITCOIN STA NELLA LORO CREDIBILITA’ – Ma se Cina, Corea del Sud e Russia stanno assumendo un atteggiamento sempre più rigido nei confronti delle criptovalute, c’è chi come il Giappone ha deciso di dichiarare legale l’utilizzo di tali mezzi di pagamento, una decisione che potrebbe presto essere imitata anche dagli Stati Uniti. Tuttavia secondo l’economista Kenneth Rogoff “nel lungo periodo la tecnologia (del blockchain, ndr) crescerà, ma il prezzo del bitcoin crollerà”. “In teoria – ha infatti spiegato Rogoff – è estremamente facile clonare o migliorare la tecnologia dei bitcoin. Quello che non è così semplice da replicare è la supremazia stabilita dai bitcoin in termini di credibilità e il grande ecosistema di applicazioni che si sono sviluppate attorno ad essi”.

LA RISPOSTA DELLE BANCHE: RIPPLE – Attirate dal successo dei bitcoin (il cui mercato vale 72 miliardi di dollari di capitalizzazione a livello mondiale) e di altre criptovalute come gli ethereum (28 miliardi di capitalizzazione a livello mondiale) hanche le banche hanno sviluppato Ripple, una piattaforma (e relativa criptovaluta) che taglia i costi per i trasferimenti interbancari e internazionali e che ha già raggiunto una capitalizzazione di 9 miliardi di dollari a livello mondiale. Insomma: se non puoi batterli, unisciti a loro?

GOVERNI NON AUTORIZZERANNO PAGAMENTI ANONIMI SU LARGA SCALA – Rogoff non sembra del tutto convinto e commenta: “è folle pensare che ai bitcoin sarà mai permesso di soppiantare le valute emesse delle banche centrali. Un conto è che i governi acconsentano piccole transazioni anonime con valute virtuali e questo, anzi, sarebbe auspicabile. Ma è una questione completamente differente per i governi consentire pagamenti anonimi su larga scala” dato che renderebbe “estremamente difficile il prelievo di tasse o la lotta contro le attività criminali”.

ATTENZIONE AI TITOLI HIGH-TECH E FINANZIARI – A dare manforte a Rogoff sono anche analisti come Joe Kinahan (capo strategista di TD Ameritrade), che dalle pagine del Wall Street Journal ha fatto notare come un eventuale scoppio della bolla speculativa sulle criptovalute rischia di danneggiare il settore high-tech e quello finanziario, con “danni collaterali” che potrebbero colpire “chi ha investito significativamente nell’infrastruttura”. Insomma: va bene essere favorevoli al blockchain e ai bitcoin, va bene provare a fare trading magari sfruttando i servizi di piattaforme di “social trading” come eToro, ma attenti a non rischiare farti troppo male, concentrando tutti i vostri investimenti su una o poche criptovalute e sui titoli dei maggiori gruppi coinvolti dalla “rivoluzione blockchain”.

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