NESSUN EFFETTO SIGNIFICATIVO A BREVE – Del resto gli stessi titoli avevano nel terzo trimestre sovraperformato non solo il comparto a livello europeo, ma anche l’intero listino italiano, offrendo così una ghiotta opportunità di portare a casa qualche plusvalenza proprio a inizio trimestre. Secondo gli esperti di S&P Global Ratings, tuttavia, non vi dovrebbero essere “significativi effetti a breve termine” per le banche dell’Eurozona nel loro complesso, “perché le nuove indicazioni riguardano solo gli Npe futuri e non lo stock esistente”.
MISURE INCIDERANNO DI PIU’ SUL SUD EUROPA – Una precisazione che smentisce una volta di più le indiscrezioni circolate (ad arte?) circa una possibile applicazione dei nuovi criteri prudenziali anche alle esposizioni creditizie deteriorate pregresse, ancora molto consistente nei bilanci degli istituti tricolori. “A più lungo termine – aggiungono peraltro gli esperti – riteniamo che le banche italiane, portoghesi e greche possano risentire delle misure più dei loro concorrenti dell’Eurozona”. S&P Global Ratings ribadisce tuttavia di non prevedere “a questo stadio” alcuna “immediata conseguenza per quanto riguarda i nostri rating sulle banche, in conseguenza delle indicazioni della Bce”.
A PIAZZA AFFARI OCCHIO A BANCO BPM – Intanto a Piazza Affari, dove l’indice Ftse Mib dovrebbe aprire in lieve rialzo, restano sotto i riflettori Banco Bpm, ieri positiva per voci di un possibile ingresso nel capitale di Berkshire Hathaway nel caso di un accordo di bancassurance con Cattolica Assicurazioni (di cui la holding d’investimento americana è da poco divenuta uno degli azionisti di riferimento), Ubi Banca, capace di evitare perdite (anzi di guadagnare l’1,18%) anche nell’ultima settimana, oltre a Intesa Sanpaolo e Unicredit, che invece hanno ceduto attorno all’1,5% a testa nelle ultime cinque sedute ma che restano in rialzo del 44,5% e del 61,3% rispettivamente rispetto a 12 mesi fa.