QUALE IMPATTO DA CONCRESSO PARTITO COMUNISTA CINESE? – Che impatto potrà avere sui mercati finanziari il XIX Congresso nazionale del Partito comunista cinese e l’atteso rimpasto del Comitato permanente del Politburo, decisivo nel determinare la centralizzazione del potere del nuovo governo, oltre che le politiche economiche e sociali dei prossimi anni in Cina? Se lo chiede Vania Pang, responsabile delle funzioni Capital Markets and Investment Solutions dell’Index di Icbc Credit Suisse Asset Management (International) Company Ltd.
SERVE UNA CRESCITA STABILE E SENZA ECCESSI – Come noto, sottolinea l’esperta, le autorità cinesi hanno da tempo enfatizzato la necessità di contenere i rischi finanziari e di mantenere la stabilità economica e pertanto si ritiene che anche il nuovo governo continuerà a preservare l’economia dagli shock finanziari. Negli ultimi anni il governo di Pechino si è impegnato in un processo di riforme sul versante dell’offerta. L’eccesso di capacità è stato ridotto, provocando la ripresa dei prezzi alla produzione e dei profitti delle aziende manifatturiere, ma il processo di riforma potrebbe riprendere e anzi venire accelerato in caso di consolidamento del potere politico del premier Li Keqiang dopo il rimpasto del Politburo.
DELEVERAGING METTERA’ IN DIFFICOLTA’ TITOLI FINANZIARI A BREVE – La riduzione della leva finanziaria, nota Vania Pang, potrebbe mettere in difficoltà il settore finanziario nel breve periodo ma, nel lungo, condurrà a una crescita più solida. “Ci aspettiamo che i settori della new economy come l’IT, i consumi e la salute, siano meno influenzati dalla transizione politica” spiega l’esperta che poi nota come i titoli azionari cinesi siano saliti stabilmente ad agosto e abbiano beneficiato della capacità di ripresa degli utili aziendali e della stabilità del contesto macro-economico prima del congresso. In particolare nei primi otto mesi dell’anno lo S&P China 500 ha guadagnato il 32,59%.
MEGLIO PUNTARE SULL’INDICE S&P CHINA 500 – L’indice è sottoponderato sul settore finanziario (25%) rispetto ad altri indici come il Ftse A50 (64%), il Csi 300 (37%)e l’Hscei (73%); altre ponderazioni sono attribuite ai settori della new economy, come l’IT (21%) e i beni al consumo ciclici (12%). Avvantaggiandosi di tale diversificazione di esposizione ai mercati e settori, l’S&P China 500 “ ha dimostrato rendimenti corretti per il rischio superiori”.