Sterlina risente delle tensioni interne al governo May sulla Brexit

ATTENZIONE ALLE DIATRIBE A LONDRA – Occhi e orecchie puntati sulla Gran Bretagna, col premier Theresa May che appare sempre più isolata all’interno del suo stesso partito sul tema della Brexit, a causa della sempre più evidente fronda dei “falchi” conservatori che pretenderebbero una “hard Brexit” in cui la Gran Bretagna possa non pagare nulla per la sua uscita dall’Unione europea, che d’altra parte per la Ue dovrebbe costare non meno di 50 miliardi di euro di contributi.

L’INCOGNITA BREXIT PESA SUI CAMBI – Tra incudine e martello, la May sa che se non ci saranno risultati concreti entro la fine dell’anno molte aziende, a partire dai grandi gruppi finanziari che hanno i propri quartier generali a Londra, potrebbero trasferire la propria sede in altri paesi della Ue. La tensione si sta già riflettendo sul cambio “cable” (ossia sul cambio sterlina/dollaro), che venerdì ha visto un minimo sotto 1,31 prima di chiudere appena sotto 1,31 e che oggi oscilla attorno a 1,317. Di riflesso si muove l’euro, che oggi tira il fiato a 0,8909 sterline, contro le 0,87565 sterline del 27 settembre scorso.

UBP: TENUTA SUPPORTI PUO’ CONSENTIRE RIMBALZO – Secondo gli analisti di Ubp (Union Bancaire Privée), la sterlina resterà particolarmente sensibile ad ogni notizia relativa alla Brexit anche nelle prossime settimane, ma a breve 1,315 sembra un buon supporto la ui tenuta potrebbe consentire al cambio di rimbalzare a 1,323-1,327, a patto ovviamente che i falchi della “hard Brexit” come Boris Johnson non riescano a mettere i bastoni tra le ruote alla May, apparsa sempre più stanca e sfiduciata negli ultimi incontri in sede comunitaria.

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