Un bitcoin alla borsa di Londra: IQE vola grazie al 3D

LA PICCOLA BITCOIN DELLA CITY

Gli addetti ai lavori l’hanno già soprannominata “la bitcoin delle azioni quotate a Londra”: si tratta di IQE Plc, una società gallese che produce semiconduttori i cui titoli a fine 2016 scambiavano attorno ai 39 pence per azione ed ora valgono 165,25 pence, con un rialzo del 335% circa da inizio anno ovvero di quasi il 460% rispetto a 12 mesi or sono.

BROKER MOLTO FIDUCIOSI

La “bitcoin” gallese potrebbe proseguire la sua corsa: la società venerdì ha annunciato di aver raccolto 95 milioni di sterline per accelerare lo sviluppo di nuovi prodotti e che gli utili a fine anno potrebbero superare le stime ufficiali. I giudizi positivi dei broker, tra cui quelli di Citigroup, che hanno fatto seguito a questo doppio annuncio hanno spinto il titolo ad un ennesimo record storico.

3D, UN BUSINESS REDDITIZIO

A far sognare gli investitori sembrano essere le opportunità date dal sempre più vasto ricorso ai sensori 3D nell’ambito degli smartphone, un business che sembra garantire margini elevati e sostenibili per chi come IQE produce wafer (piastrine) di silicio necessarie ai Vertical cavity surface emitting lasers (Vcsel) utilizzati proprio dai sensori 3D che vengono montati in un numero sempre maggiore di modelli di smartphone incluso il recente iPhone X di Apple.

C’E’ ANCHE STMICROELECTRONICS

Un’alternativa più “economica” per chi voglia puntare su tale settore potrebbe essere il titolo del gruppo italo-francese Stmicroelectronics, che stamane scivola a 20,13 euro per azione a Piazza Affari (-1,66% rispetto a venerdì scorso), conservando peraltro un guadagno del 145% abbondante rispetto a 12 mesi or sono. Il gruppo in questi anni ha rifocalizzato il proprio portafoglio prodotti su tre settori ad alta crescita quali in particolare le applicazioni per smartphones, l’automotive “intelligente” (auto elettrica/ibrida, guida assistita) e l’internet delle cose (domotica, industria 4.0).

OCCHIO AI PREZZI DEI WAFER DI SILICIO

Proprio il continuo aumento dei prezzi dei wafer di silicio, peraltro, potrebbe andare a incidere negativamente sui margini di Stmicroelectronics, comportando un minor contenimento dei costi di approvvigionamento. Così in un portafoglio “high-tech”, la presenza sia di IQE sia di Stmicroelectronics potrebbe essere giustificata, a patto semmai di tenere conto dell’andamento del cambio euro/sterlina, che potrebbe penalizzare il titolo gallese nel caso di ulteriori incertezze circa le effettive modalità con cui avverrà la Brexit nel marzo 2019.

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