NORGES VUOLE USCIRE DAL PETROLIO
Che conseguenze comporterà per il settore petrolifero la proposta del fondo sovrano norvegese gestito da Norges Bank Investment Management di azzerare la sua esposizione? Nell’immediato ulteriori cali di quotazione delle major. Norges ha infatti in portafoglio titoli di aziende petrolifere e del gas per circa 35 miliardi di dollari.
SHELL, ENI, BP E TOTAL RISCHIANO DI PIU’
Le partecipazioni più consistenti sono nell’anglo-olandese Royal Dutch Shell (2,33% del capitale), nell’italiana Eni (1,72%), nella britannica Bp (1,65%) e nella francese Total (1,62%). Ma Norges ha in portafoglio anche titoli delle americane Exxon, Chevron e Schlumberger, della cinese Cnooc, della brasiliana Petrobras e della russa Gazprom.
GESTORI VOGLIONO ESSERE MENO VULNERABILI
Secondo una nota di Norges la Norvegia sarà meno “vulnerabile” ad eventuali futuri cali delle quotazioni petrolifere se non investirà in azioni di compagnie del settore. Un chiaro segnale che per i gestori nordici i prezzi dell’oro nero non sono destinati a risalire significativamente dai livelli attuali ed anzi potrebbero tornare a perdere quota, anche se Norges ha precisato che la sua proposta non è legata a previsioni sull’andamento del settore.
GIA’ AZZERATA ESPOSIZIONE AL CARBONE
La decisione finale in merito al portafoglio di partecipazioni di Norges spetta peraltro al ministro del Tesoro, e in ultima analisi al parlamento norvegese. Norges aveva già suggerito di azzerare l’esposizione al settore carbonifero, suggerimento che è stato poi accolto. Gli investimenti in energie fossili sono da tempo al centro di un approfondito esame dato che il fondo norvegese, costituito coi proventi dell’estrazione petrolifera, ambisce ad assumere un ruolo di guida nella difesa dell’ambiente e nella lotta ai cambiamenti climatici, pur rimanendo la Norvegia uno dei principali produttori mondiali di petrolio.