Banca Carige: ancora una mattinata in rosso, nonostante buone notizie

POTENZIALE ACQUIRENTE CREDIS RINUNCIA A CLAUSOLA

Buone notizie per Banca Carige, ma al mercato non basta ancora: una nota ufficiale dell’istituto ligure segnala come “uno degli offerenti coinvolti nella procedura competitiva indetta dalla banca per la cessione di Creditis”, abbia rinunciato alla condizione che prevedeva l’accettazione della sua offerta vincolante entro il 22 novembre 2017, contenuta nell’accordo di sub-garanzia di prima allocazione sottoscritto con Equita Sim, eliminando il relativo riferimento ferme restando le altre condizioni ivi previste.

VERRA’ MANTENUTO IMPEGNO VERSO AUMENTO

Questo significa che tale soggetto manterrà l’accordo di sub-garanzia di prima allocazione per un controvalore massimo di 50 milioni, anche se la scelta dell’acquirente di Creditis, con la conseguente accettazione dell’offerta vincolante, non è avvenuta ieri come inizialmente previsto. Come noto Equita Sim aveva siglato un accordo di sub-garanzia con il gruppo Malacalza per 69,5 milioni (cifra che consentirebbe, insieme all’impegno a sottoscrivere l’aumento pro-quota, di far salire la partecipazione dall’attuale 17,588% sino al 28%, se la Bce non avanzerà obiezioni) e con altri investitori per complessivi 130 milioni.

TITOLI E DIRITTI ANCORA IN ROSSO

Dai bondholder istituzionali dovrebbero poi arrivare altri 65 milioni, di cui 35 milioni da Intesa Vita, che dovrebbe convertire interamente i bond in azioni, 20 milioni da UnipolSai e 10 milioni da Generali, che convertirebbero metà dei propri bond rivenienti dal concambio tra bond junior precedentemente detenuti e nuovi bond senior ad elevato rendimento. Nonostante queste ulteriori notizie e anticipazioni, anche oggi titoli e diritti sono in calo, con Banca Carige che attorno a mezzogiorno oscilla a 1,08 centesimi per azione (con 334,6 milioni di pezzi scambiati), e i diritti che crollano a 4,69 centesimi (-38,29%), dopo che sono passati di mano 35,5 milioni di diritti.

FIORENTINO OTTIMISTA: SI ANDRA’ A RIPARTO

Da ricordare come l’aumento, da complessivi 560 milioni di euro circa (di cui una sessantina per la tranche riservata agli obbligazionisti istituzionali), al momento possa contare su adesioni preannunciate per circa 365 milioni, mentre 135 milioni, ossia la quota destinata al mercato retail, resta potenzialmente a rischio, anche se il consorzio di garanzia si è già assunto l’impegno a coprire il 100% dell’eventuale inoptato e il Ceo Paolo Fiorentino si è detto ieri certo che l’operazione chiuderà a riparto. Ai livelli attuali comprare un diritto, che consente di sottoscrivere 60 nuovi titoli a un centesimo di euro ciascuno, equivale a comprare un’azione in borsa a 1,078 centesimi di euro.

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