Da Ubs un nuovo Etf per puntare sul debito emergente

STRUMENTO PER CHI AMA IL REDDITO FISSO EMERGENTE

Volete investire sui mercati emergenti a reddito fisso ma trovate i fondi comuni d’investimento uno strumento troppo costoso e le gestioni attive non fanno per voi? Ubs Asset Management potrebbe avere ciò che fa per voi, avendo appena apliato la propria gamma di Etf fixed income sui mercati emergenti quotando su Borsa Italiana Ubs Etf Jp Morgan Usd EM Diversified Bond 1-5 Ucitis Etf. Ma dietro questa lunga sigla cosa si nasconde?

ESPOSIZIONE DIVERSIFICATA SU BREVI SCADENZE

Il nuovo strumento si caratterizza per essere il primo Etf che consente di prendere un’esposizione in modo diversificato su tutto l’universo obbligazionario dei paesi emergenti (titoli di stato, emissioni corporate e sovranazionali), concentrandosi sulle emissioni a breve scadenza, da 1 a 5 anni. In questo modo, Ubs Asset Management mette a disposizione degli investitori uno strumento altamente diversificato per posizionarsi sulla parte corta della curva dei rendimenti.

IL BENCHMARK E’ INDICE JP MORGAN

Il nuovo Etf appare essere uno strumento particolarmente adatto a investitori, in particolare europei, che hanno delle aspettative positive sui fondamentali di crescita dei mercati emergenti e sul miglioramento del credit outlook, ma allo stesso tempo temono lo scenario di un rialzo dei tassi d’interesse. L’Etf replica il Jp Morgan Usd EM Diversified 3% capped 1-5 Year Bond Index, indice composto da bond sovrani, quasi sovrani e societari dei paesi emergenti espressi in dollari e con taglio superiore ai 500 milioni di dollari.

DIVERSIFICAZIONE AIUTA A RIDURRE RISCHI

Per rafforzare la diversificazione del prodotto, il peso di ogni singolo paese in portafoglio che non può eccedere una quota del 3% complessivo. Il nuovo Etf si aggiunge a Ubs Etf Barclays Usd Emerging Markets Sovereign (disponibile anche in versione “euro hedged”, ossia con oscillazioni di cambio verso euro coperte, ndr), che permette di esporsi a tutta la curva dei bond sovrani dei paesi emergenti, sempre col limite del 3% per paese.

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