Nikkei225 sui massimi dal 1996, ma gli investitori sono sempre più prudenti

VOLUMI RIDOTTI ANCHE OGGI

Anche oggi volumi ridotti per i maggiori listini azionari mondiali, visto che dopo il Thanksgiving (il Giorno del Ringraziamento), che ieri ha tenuto chiuso Wall Street, anche oggi sul listino di New York si lavorerà a ritmo ridotto e con una chiusura anticipata di 3 ore per consentire ai broker di andare a fare i primi acquisti natalizi in occasione del “Black Friday” (l’ultimo venerdì di novembre che tradizionalmente apre la stagione più importante per il settore del commercio negli Stati Uniti e non solo).

NIKKEI SUI MASSIMI DAL MAGGIO 1996

Tokyo in particolare ha già chiuso la settimana con un ultimo rialzo dello 0,12%, che ha portato l’indice Nikkei225 a 22.550,85 yen, un livello che il listino giapponese non raggiungeva più dal maggio del 1996. Anche per questo, forse, gli investitori si stanno facendo più prudenti riguardo a un ulteriore proseguimento del “toro” sul mercato azionario giapponese.

INVESTITORI TEMONO CALO A TRE MESI

L’ultimo sondaggio condotto da Nomura presso un panel di investitori individuali riguardo le previsioni sull’andamento a tre mesi dell’indice Nikkei225 (Nomura I-Views Index), ha infatti visto a novembre un ulteriore calo dell’indice (che è sottraendo la percentuale di risposte “in calo” alla percentuale di risposte “in crescita”), che ora si trova sui livelli minimi mai toccati dopo il 2009.

PESANO SCENARIO INTERNAZIONALE E YEN

A pesare maggiormente sull’andamento del listino dovrebbero essere (per il 56,3% degli intervistati) fattori legati alla situazione internazionale, mentre il settore delle materie prime è quello che riscuote il maggior interesse, col comparto finanziario che vede invece raffreddarsi le attese. A far temere una frenata della borsa giapponese è anche la convinzione diffusa (59,2%) che lo yen si apprezzerà sul dollaro e così facendo penalizzerà i titoli degli esportatori.

PIU’ AZIONI, MENO FONDI IN PORTAFOGLIO

Gli investitori giapponesi, infine, non si mostrano molto convinti di strumenti come i fondi d’investimento, il cui gradimento cala sia nel caso di prodotti domestici sia di fondi internazionali, mentre per la prima volta da molti mesi segnalano di voler incrementare la percentuale detenuta in azioni giapponesi e, più limitatamente, in azioni internazionali. Il risparmio gestito, evidentemente, non va di moda a Tokyo.

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