Opportunità di trading sul petrolio in vista della riunione OPEC

Nick Leung, Research Analyst, WisdomTree

La curva dei future sul petrolio sempre più in backwardation, e il recente rialzo dei prezzi, non solo hanno dimostrato la bontà della decisione dell’OPEC di limitare l’offerta, ma stanno anche incoraggiando altri paesi produttori a partecipare ai tagli alla produzione.
Ciò evidenzia la sempre maggiore disponibilità, da parte dei paesi produttori, a ridurre collettivamente l’offerta per allontanare la minaccia rappresentata dallo scisto e sospingere auspicabilmente i prezzi del petrolio verso l’alto. Pertanto, con tutta probabilità, la questione da affrontare alla riunione dell’OPEC in agenda a Vienna il 30 novembre non sarà quella di decidere su una proroga dei tagli ma sulla relativa durata. Ciò offrirà delle opportunità di trading sul petrolio.

Ci aspettiamo una volatilità elevata sul petrolio con l’intensificarsi delle speculazioni su una possibile proroga dell’accordo tra paesi OPEC. Riteniamo pertanto che questo possa essere il momento ideale per gli investitori per prendere in considerazione ETP short e a leva sul petrolio, che consentono di aprire posizioni sia rialziste sia ribassiste su tale commodity. È anche possibile scommettere sul potenziale ampliamento o restringimento del differenziale WTI-Brent. Occorre inoltre ricordare la capacità di un ETP a leva di migliorare l’efficienza del capitale. Per esempio, un ETP a leva 3x sul petrolio necessita solo di un terzo del capitale richiesto da una posizione non a leva per ottenere la stessa esposizione.

Il petrolio è in backwardation per la prima volta dal 2014. Ciò è evidenziato da spread positivi e quasi positivi sui contratti future front-month rispettivamente per il Brent e il WTI. Poiché lo spread riflette il differenziale di prezzo tra i contratti del primo e del quarto mese, uno spread positivo indica una curva dei future in backwardation, con i contratti più lontani che risultano meno costosi di quelli del mese più vicino. Al contrario, uno spread negativo implica un mercato con effetto contango, ossia con i contratti più lontani più costosi di quelli del mese più vicino.

Dal 2014, il WTI ha evidenziato un effetto contango maggiore rispetto al Brent. Ciò è accaduto in quanto il WTI rappresenta il benchmark principale per il petrolio USA ed è più sensibile alla produzione di scisto USA, che è stata caratterizzata da un persistente eccesso di offerta negli ultimi anni. Tale eccesso di offerta ha creato spread più ampi sui contratti front-month rispetto al Brent, ampliando altresì il differenziale di prezzo Brent-WTI a $ 7, il valore più alto registrato dal 2015.

Nonostante ciò, fondamentali in miglioramento per il Brent e il WTI, evidenziati da un calo del 15%, nelle scorte USA dal massimo raggiunto a metà marzo, stanno inducendo sia il Brent sia il WTI a ritornare in backwardation. Ciò è probabilmente dovuto agli obiettivi di produzione stabiliti dalla Russia e dall’OPEC, con tagli combinati superiori a 1,5 milioni di barili al giorno (bpd), che compensano più che ampiamente l’aumento di 1,1 milioni di barili di produzione giornaliera deciso dai paesi non OPEC. A livello mondiale, la produzione di petrolio si è contratta di 400.000 bpd dall’inizio dell’anno, e continua a diminuire. Gli investitori in cerca di un metodo conveniente per allocare capitali sul petrolio possono considerare gli ETC non a leva. Questi prodotti di investimento non sono soggetti al cosiddetto effetto compounding giornaliero come le relative controparti a leva. La volatilità inferiore li rende più adatti a essere investimenti da cassettista (di tipo “buy and hold”).

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