Incertezza è cattiva consigliera
Non investire equivale a non correre rischi? Niente affatto, come ricordano gli esperti di Adviseonly in un post. In tempi come gli attuali in cui il grado di incertezza dei mercati tende a crescere a fronte di valutazioni già elevate sui principali listini azionari e mercati obbligazionari mondiali, molti piccoli investitori potrebbero decidere di non investire.
Inflazione nemico numero uno del risparmio
Ma così facendo, ricordano gli esperti di AdviseOnly, o il reddito prodotto viene interamente consumato, col rischio di trovarsi privi di capitali in caso di imprevisti, o viene messo “sotto il materasso” se si ritengono le istituzioni finanziarie tutte ugualmente inaffidabili. Dare retta a questo luogo comune comporta però il rischio concreto di vedersi i capitali erosi dall’inflazione.
Il materasso è il killer dei capitali
Se aveste infatti messo “sotto il materasso” i vostri capitali a inizio del 1900, a fine 2014 vi sareste ritrovati con 0,6 centesimi (6 millesimi) per ogni dollaro lasciato a dormire, mentre 99,4 centesimi per dollaro sarebbero stati erosi dall’inflazione italiana, risultata in media pari all’8,2% annuo in questi 115 anni. Da notare che che la tendenza a ricorrere al “materasso” sta aumentando: se nel 2007 i conti di deposito e i libretti di risparmio rappresentavano il 38% della ricchezza italiana, a fine 2015 la percentuale era salita al 52%.
Molto meglio un fondo bilanciato
Così è molto probabile che la gran parte dei risparmiatori italiani non abbia potuto godere né della corsa dei prodotti a reddito fisso, né del rialzo delle quotazioni dei listini azionari. Eppure un’alternativa esisteva ed esiste per limitare i rischi ma rimanere investiti: sottoscrivere quote di un fondo bilanciato. Pensate che 100 dollari investiti in un fondo bilanciato equiripartito tra azioni (indice Msci World NR) e obbligazioni (indice Jp Morgan Global Aggregate Total Return) inizio 1900 si sarebbero tramutati in 14 milioni a fine 2014, non male vero?