Banche e Npl: per Credit Suisse meglio Intesa Sanpaolo e Ubi Banca

Piazza Affari prudente, pochi acuti tra le blue chip

Ultima seduta della settimana dai toni dimessi sui listini europei, che non riescono a tenere il passo di Wall Street, ancora in rialzo sull’attesa di un’approvazione della riforma fiscale promossa dall’amministrazione Trump. A Piazza Affari il Ftse Mib cede poco meno di un quarto di punto percentuale, con solo una manciata di blue chip tra cui Banca Mediolanum, Unicredit, Eni e Saipem in evidenza.

Banche: focus su Npl anche nel 2018

Nel loro complesso restano sottotono le banche, dopo che stamane Credit Suisse in un report ha ribadito come anche nel 2018 il tema della riduzione dello stock di crediti deteriorati (Npl) terrà banco, con gli ultimi piani di riduzione di tali asset che dovrebbero portarne il peso dal 20% dei crediti totali di fine settembre al 13% entro il 2019, cosa che implica la riduzione dello stock di Npl di altri 64 miliardi di euro.

Due strategie: cedere sul mercato o gestire internamente

Sul mercato si confrontano due strategie: da un lato chi come Unicredit e Mps ha puntato su corpose (e onerose) maxi-capitalizzazione, dall’altro chi come Intesa Sanpaolo e Ubi Banca ha preferito optare per una gestione interna delle posizioni e del tentativo di recupero. Secondo gli esperti rossocrociati le banche italiane potrebbero alzare fino al 73% la loro copertura degli Npl senza dover fare ricorso a nuovi aumenti di capitale, cosa che richiederebbe altri 11 miliardi di accantonamenti e svalutazioni e 4,9 miliardi di perdite nette aggregate.

Dimezzare stock Npl potrebbe non richiedere altri capitali

Con un valore di libro netto mediamente pari al 27% le banche potrebbero cedere il 50% dello stock con un impatto negativo a livello di Cet1 attorno ai 150 punti base, riducendo il Npe ratio lordo dal 14,9% al 10,7%. Al contrario il deconsolidamento dell’intero stock di Npl sarebbe difficoltoso e richiederebbe almeno altri 9,7 miliardi di mezzi freschi secondo gli esperti di Credit Suisse che notano come eventuali ulteriori pressioni da parte della Bce perché sia accelerato il processo di dismissioni potrebbero portare a maggiori accantonamenti.

Credit Suisse punta su Intesa Sanpaolo e Ubi Banca

Preferendo la strada di chi sta tentando di gestire internamente il processo, dato che cedere gli Npl sul mercato alle attuali condizioni resta oneroso, gli uomini di Credit Suisse puntano su Intesa Sanpaolo e Ubi Banca: entrambi i titoli sono giudicati in grado di sovraperformare il mercato (“overperform”), nel primo caso con un prezzo obiettivo stimato a 3,2 euro, nel secondo a 5,15 euro. Il giudizio su Unicredit resta neutrale con target price di 18,6 euro, mentre per Mps il rating è “underperform” (farà peggio del mercato) e il prezzo obiettivo di 4,28 euro.

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