BlackRock: dopo un 2017 da record, utili e mercati in crescita anche nel 2018

2017 anno da record per gli utili

Il 2017 sarà ricordato come un anno da incorniciare per gli utili aziendali, con tutte le principali regioni che hanno registrato incrementi su base annua superiori al 10% secondo i dati Thomson Reuters. Lo hanno ricordato stamane in una conferenza stampa gli esperti di BlackRock, che si aspettano ulteriori buone notizie per il 2018 anche se sarà difficile bissare l’incremento registrato quest’anno.

Nel 2018 la crescita rallenterà

Una solida crescita economica e una maggiore profittabilità, hanno sottolineato gli esperti, dovrebbero comunque trainare i ritorni dell’azionario, anche se la crescita degli utili è vista in rallentamento. In compenso i mercati azionari emergenti, rimasti indietro quest’anno rispetto ai mercati azionari più sviluppati, potrebbero recuperare il prossimo anno terreno. Le società hanno infatti ridotto gli investimenti improduttivi e i flussi di cassa per le società non finanziarie superano ora quelli delle aziende che operano su mercati sviluppati, cosa che non accadeva dal 2007.

Spazio per il re-rating degli emergenti

C’è pertanto spazio per un re-rating degli emergenti nel corso del 2018, spazio che per i titoli europei e americani sembra molto minore. L’avanzare delle riforme in molti mercati chiave e la disponibilità degli investitori a tornare ad incrementare l’esposizione dopo anni di sottopeso sono ulteriori motivi che lasciano prevedere che il 2018 potrà sorridere ai mercati azionari emergenti, sia in Asia sia in America Latina (in particolare in Brasile e in Argentina, mentre il Messico resta maggiormente a rischio).

Attese positive per mercati Usa, Europa e Giappone

Quanto ai mercati azionari sviluppati, le attese sono positive un po’ ovunque, dagli Usa (in particolare per i titoli finanziari e tecnologici), all’Europa (dove la crescita dovrebbe favorire i titoli ciclici), passando per il Giappone (salvo eventuali contraccolpi dovuti a una eccessiva rivalutazione dello yen). Qualche incertezza solo per la Cina, nel caso il rallentamento sia più marchiato di quanto finora previsto e finisca col contagiare l’intera Asia.

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