Scenario positivo ma meno favorevole alle borse nel 2018

Crescita meno forte che nei Novanta

La crescita economica mondiale nel 2017 è stata la migliore da dopo la crisi del 2008 ed è verosimile che proseguirà anche l’anno venturo, grazie ad una ulteriore crescita degli investimenti e a un andamento positivo dei consumi. Ciò nonostante, secondo Mercer, società d’investimento controllata da Marsh & McLennan che gestisce fondi pensione e investimenti alternativi per oltre 213 miliardi di dollari, negli Usa dovrebbe rimanere più debole della ripresa vista negli anni Novanta, in parte per fattori demografici meno favorevoli e per il minor incremento della produttività e in parte per la difficoltà di misurare correttamente l’apporto delle nuove tecnologie al Pil.

Attenzione alla politica monetaria

A livello mondiale secondo gli esperti di Mercer sarà la politica monetaria a rappresentare il principale rischio di rallentamento, soprattutto nel caso di una Federal Reservse troppo “aggressiva” (al momento gli analisti si attendono 3 o 4 ulteriori rialzi dei tassi sul dollaro l’anno venturo). Mercer ritiene infatti che siamo all’inizio di un periodo pluriennale di uscita dai quantitative easing e dai tassi negativi per i mercati sviluppati, in un processo di “normalizzazione” che negli Usa sta già iniziando a ridurre l’attivo di bilancio della Fed dopo anni di espansione, mentre il processo resta più indietro in Europa e in Giappone.

Le valutazioni iniziano a essere elevate

Per i mercati azionari, i ritorni più elevati del previsto degli ultimi anni potrebbero significare ritorni più deboli a medio termine, soprattutto negli Usa, visto che se a breve (1-2 anni) le valutazioni azionarie non giocano un grande ruolo nel determinare i ritorni conseguenti, a medio termine (5-10 anni) hanno un impatto significativo e al momento, con un Cape (Cyclical adjusted price earning, ossia rapporto prezzo/utili rettificato per i fattori di ciclo, ndr) pari a 30, per Wall Street sembrano esservi bassi ritorni reali in vista per il prossimo decennio.

Bilanciamento rischi meno favorevole

Ciò non sta a indicare una previsione, precisano gli analisti, che sottolineano come molte azioni non Usa sembrano ancora attraenti anche in termini di valutazioni, piuttosto “che il bilanciamento dei rischi è meno favorevole di quanto è stato finora, e che i mercati azionari potrebbero rivelarsi vulnerabili se le previsioni economiche si dimostrassero troppo ottimistiche o i tassi d’interesse salissero in modo sensibile”. Se non è un invito a mostrare una maggiore prudenza nell’investimento azionario, d’ora in avanti, poco ci manca.

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