Bitcoin e cigni neri: le previsioni di Saxo Bank si sono avverate in parte

Saxo Bank ipotizza cigni neri

Saxo Bank ogni anno presenta le sue ipotesi sui possibili “cigni neri” per l’anno successivo, ossia su quegli eventi “anomali”, non scontati dal mercato e che per questo hanno il potenziale di sconvolgere lo scenario di consenso e produrre forti variazioni delle quotazioni di bond, azioni, cambi o materie prime. Tra i dieci possibili “cigni neri” indicati lo scorso anno, ce n’è uno che sembra essersi avverato, ossia una forte rivalutazione dei Bitcoin.

Sui Bitcoin previsioni quasi correte

Ma a guardare nel dettaglio le cose non sono andate proprio come avevano ipotizzato gli analisti di Saxo Bank, che parlavano della possibilità che le quotazioni “facilmente” triplicassero passando dai circa 700 dollari di fine 2016 a 2.100 dollari. In realtà le quotazioni sono volate sino a 19.661 dollari prima di tirare leggermente il fiato (stamane la criptovaluta viene scambiata a poco più di 17.021 dollari). Soprattutto, sono le cause che hanno causato il rialzo a non essere state immaginate correttamente.

Motivi diversi da quelli ipotizzati

Gli esperti ipotizzavano una politica fiscale fortemente espansiva da parte dell’amministrazione Trump (che invece per ora non è riuscita a varare alcuna riforma, anche se quella fiscale sembra al traguardo), con un netto aumento del debito pubblico che avrebbe indotto la Federal Reserve ad accelerare il rialzo dei tassi sul dollaro (che invece non c’è stato), facendo volare le quotazioni del biglietto verde. Questo, prevedevano gli uomini di Saxo Bank, avrebbe potuto indurre un effetto domino nei paesi emergenti portando gli investitori a cercare beni rifugio alternativi e forme di pagamento non legate alle banche centrali quali le criptovalute.

Da Russia e Cina nessun via libera

Se a quel punto Russia o Cina avessero proposto di accettare i Bitcoin come alternativa, sia pure parziale, al dollaro e ai tradizionali sistemi di pagamento, le quotazioni delle criptovalute stesse avrebbero potuto salire. Peccato che né la Russia né la Cina abbiano dato un via libera indiscriminato all’utilizzo delle criptovalute, semmai ponendo anzi paletti sempre più rigidi al loro uso. Cosa che non ha minimamente frenato le quotazioni dei Bitcoin, salite senza un preciso motivo che non lo squilibrio di breve periodo tra domanda e offerta.

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