Più difficile trovare buone occasioni d’investimento, azioni ancora favorite

Difficile trovare opportunità d’investimento attraenti

Con gennaio che appare destinato a rappresentare il 104esimo mese di espansione economica negli Usa e il secondo più prolungato “mercato toro” mai registrato a Wall Street, è “decisamente più difficile ottenere ciò che si vuole quando si tratta di scoprire nuove e attraenti opportunità di investimento”. Lo sottolineano gli esperti di KKR nel loro ultimo report dedicato ai macro trend globali, notando come “gli spread sono stretti, i margini elevati, la volatilità bassa, e le valutazioni appaiono piene sotto molti punti di vista”. In più si stanno fornendo ulteriori stimoli all’economia Usa “quando probabilmente non sarebbe necessario”.

Ancora possibili ritorni positivi su alcuni asset

La buona notizia, aggiungono gli uomini di KKR, “è che il nostro lavoro mostra come gli investitori possono ancora ottenere ciò di cui hanno bisogno per generare ritorni in eccesso sulle proprie disponibilità”. Una delle caratteristiche che emergono con maggiore forza nello scenario d’investimento del 2018 “è che sotto molti aspetti è sempre più simile a quello di fine anni Novanta”. Le azioni “a crescita”, ad esempio, sono care come non sono state per quasi due decenni, mentre l’indice Russell 1000 Value “è poco costoso quanto divenne durante la correzione del 2001”.

KKR guarda ad arbitraggi tra titoli a crescita e a valore

Il che non significa che KKR non sia ottimista sui titoli tecnologici, anzi, visto che ci troviamo nel mezzo di quella che gli esperti considerano la quarta rivoluzione industriale, come pure è apprezzabile il fatto che molti titoli a crescita generino cassa (a differenza che sul finire degli anni Novanta), ma pare chiaro che “investitori eccessivamente ottimisti stanno strapagando per la crescita e la semplicità in alcuni casi, mentre ignorano storie più complesse e/o cicliche”. Il che rende consistente la possibilità di una “coda lunga” in cui trarre vantaggio da arbitraggi basati su tale “biforcazione” valutativa, cosa che gli esperti ritengono stia già iniziando ad avvenire in alcuni settori del mercato.

Meglio azioni, anche emergenti, che credito

Nel complesso, per il 2018 il consiglio è di puntare ancora sulle azioni piuttosto che sul credito, di rimanere investiti in mercati emergenti (sia in asset azionari sia in titoli di stato denominati in valuta locale, ma non in corporate bond), in particolare quelli dell’Asia e, con minor enfasi, dell’Africa e/o della Turchia, preferendo a livello settoriale azionario i titoli finanziari rispetto ai tecnologici, cosa che rappresenta una novità rispetto alla strategia suggerita lo scorso anno.

Tassi a lungo in rialzo, aumentare la cassa

Quanto ai bond, gli esperti ritengono il 2018 l’anno della definitiva “normalizzazione” delle politiche monetarie delle quattro principali banche centrali, con la parte lunga della curva dei tassi che inizierà “finalmente” a muoversi verso l’alto (il target per il rendimento del T-bond a 10 anni è visto attorno al 3% contro il 2,65% stimato al momento dal mercato, e all’1,4% per il Bund contro l’attuale 0,46%. Della normalizzazione potranno trarre beneficio i titoli bancari, in particolare in Europa. Infine, dato che i tassi a breve negli Usa sono ora positivi, KKR ha deciso di incrementare la percentuale da mantenere in cassa dall’1% al 4% (contro un 2% del benchmark) e di portare il giudizio su tale asset class da “underweight” (sottopesare) a “overweight” (sovrappesare).

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