Piazza Affari: banche in affatto con poche eccezioni, pesa nodo Npl

S&P’s: banche italiane più in salute

L’agenzia di rating Standard & Poor’s intravede miglioramenti nel settore bancario italiano a fine 2017 e se ne attende di ulteriori nel 2018. Gli istituti italiani, spiegano gli esperti, “appaiono oggi più in salute rispetto a quanto lo siano stati negli ultimi cinque anni”, grazie ai progressi finora compiuti nello smaltimento dei crediti deteriorati (Npl) che portano gli analsiti a prevedere una modesta redditività nell’anno in corso.

Nodo Npl pesa ancora su redditività

Tuttavia, il nodo crediti deteriorati sembra destinato a impedire ritorni soddisfacenti. A fine 2017, ricorda Standard & Poor’s, le banche italiane presentavano ancora un’esposizione complessiva a crediti deteriorati di 275 miliardi di euro, pari al 17% dei crediti alla clientela. Sul settore potrebbe anche pesare uno scenario post elettorale che veda un governo che allenta la presa sulle riforme per il risanamento dei conti pubblici.

Banche piccole e medie le più esposte

Sono soprattutto le banche più piccole e di dimensione media, secondo gli esperti, a essere maggiormente esposte a eventuali cambiamenti economici o di fiducia del mercato. Lo studio sembra scatenare oggi ulteriori prese di profitto, con titoli come Credito Valtellinese, Banco Bpm, Bper Banca, Ubi Banca, Banca Carige e Mps di nuovo in rosso, mentre guadagnano terreno Unicredit e Mediobanca.

Da Nouy (Bce) nessuna apertura

Sui titoli degli istituti italiani pesa anche il nulla di fatto nell’incontro di ieri tra i vertici dei principali istituti tricolori, la vigilanza di Banca d’Italia e la responsabile del Supervisory Board della Bce Daniele Nouy. Da quest’ultimo non sarebbe venuta alcuna apertura proprio sul tema dello smaltimento degli Npl e dell’introduzione, da marzo, dell’addendum della Bce che prevede una più rigida disciplina nella copertura degli Npl (copertura al 100% per i crediti deteriorati non garantiti entro 2 anni, entro 7 anni per quelli garantiti).

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