State Street: mai gridare all’orso troppo presto
Sono ormai otto anni che gli investitori hanno posizionato i propri portafogli in previsione della fine del “mercato toro” obbligazionario, in previsione di tassi più alti. Lo ricorda una nota di State Street Global Advisors notando come “finora questa previsione si è dimostrata sbagliata e molti investitori sono rimasti delusi” dai risultati che tale strategia ha generato.
Mercati obbligazionari possono reggere un altro anno
“Mentre è improbabile che vedremo il toro obbligazionario caricare nel 2018, crediamo che l’orso si dimostrerà un’ipotesi errata per un altro anno – aggiungono gli esperti – anche se la Federal Reserve dovrebbe alzare i tassi e le altre principali banche centrali inizieranno a ridurre le proprie politiche accomodanti”.
Guardare al rendimento ma anche al rischio
Pertanto gli uomini di State Street Global Advisors suggeriscono agli investitori “di posizionare i propri portafogli a reddito fisso con un ragionevole livello di rendimento, ma di renderli maggiormente in grado di resistere ai rischi di differenti esiti potenziali”. In particolare con valutazioni sempre meno attraenti sarà opportuno tenere d’occhio la qualità della carta che si inserisce in portafoglio.
Il dollaro dovrebbe muoversi lateralmente
Mentre il dollaro non dovrebbe rappresentare un fattore particolarmente significativo (gli esperti si attendono un andamento relativamente laterale rispetto ai livelli correnti), le emissioni obbligazionarie di paesi emergenti, in particolare quelle in valuta locale che lo scorso anno hanno generato in media guadagni del 15%, continuano a risultare attraenti, ma visto i livelli raggiunti dalle quotazioni occorrerà prestare attenzione al rapporto rendimento/rischio, tenendo d’occhio la Cina che potrebbe essere inserita nei principali indici obbligazionari nel corso dell’anno.