Investimenti, le elezioni italiane non minacciano l’Eurozona

Contenuto tratto da www.bluerating.com

Sicuramente il tema delle elezioni politiche italiane ha aperto numerosi dibattiti in merito alle possibili conseguenze per la stabilità dell’Eurozona, data la nota asperità verso la moneta unica di diversi partiti dati tra i probabili favoriti. A tal proposito vi segnaliamo di seguito l’analisi a cura di Nadège Dufossé, CFA, Head of Asset Allocation di Candriam Investors Group; riflessioni che, leggerete qui sotto, gettano un po’ di acqua sul fuoco delle sopracitate preoccupazioni.

Entro la fine del primo trimestre, gli italiani avranno espresso il loro voto nella tornata elettorale. Le elezioni italiane si riveleranno probabilmente una distrazione di breve termine.

La forza ciclica pesa attualmente di più delle note debolezze strutturali dell’economia italiana. La ripresa del paese è diventata autosufficiente, in quanto sia la fiducia delle imprese (PMI Composite a 56,5 punti) che il sentiment dei consumatori (poco sotto il suo livello record) sono notevolmente migliorati dalla scorsa estate. In un orizzonte di medio termine, la sostenibilità del debito è migliorata, grazie al fatto che il tasso di interesse medio pagato sul debito in essere sta diminuendo, il tasso di crescita nominale è cresciuto e il saldo primario dovrebbe rimanere invariato. Di conseguenza, il FMI stima che il rapporto debito/PIL italiano tocchi quota 120% nel 2022, in calo dal 133% registrato nel 2017.

Questo scenario spiega perché l’incertezza dovuta alla tornata elettorale non dovrebbe distogliere il Paese dal cammino intrapreso. Grazie alla nuova legge elettorale, Rosatellum, è molto improbabile che si formi un Governo formato da partiti anti-establishment. Ciò riduce quindi in modo significativo il rischio di coda che l’Italia lasci la zona euro, per ora. Lo scenario più probabile è che si crei un parlamento sospeso, ma ciò non rappresenterebbe di per sé una minaccia per la zona euro, in quanto una grande coalizione potrebbe gestire la situazione.

Altre notizie positive per l’Eurozona arrivano dalla Germania, dove – sebbene permangano diverse incognite – una terza grande coalizione potrebbe porre fine alla fase di incertezza politica che ha paralizzato il programma di riforme europeo per diversi trimestri e aprire nuovi orizzonti. Visto il supporto offerto dal ciclo economico e dall’atteggiamento accomodante della Banca centrale, l’attuale quadro di opportunità per rafforzare l’Eurozona è favorevole. Il Consiglio Europeo del 22-23 marzo potrebbe segnare l’inizio di un’agenda più ambiziosa. La Germania, che rappresenta la più grande economia dell’Eurozona e il Paese che contribuisce maggiormente al bilancio dell’Ue, possiede la chiave per sbloccare il processo di riforma che da tempo vive una fase di stallo. La bozza di accordo di coalizione tra i principali partiti tedeschi, farebbe in modo che la Germania non costituisse più un ostacolo per una maggiore integrazione economica e fiscale. L’attuale bozza di intesa pone in primo piano, sorprendentemente, le questioni europee, richiedendo misure volte a rafforzare l’area dell’euro (compresa una proposta per trasformare l’ESM in un “Fondo monetario europeo” operante nel quadro del diritto dell’Ue) e a migliorare il controllo fiscale e il coordinamento economico. Inoltre, la bozza prevede ulteriori finanziamenti tedeschi per migliorare la forza dell’UE. In breve, la Germania abbraccerebbe finalmente il processo di riforma dell’area dell’euro.

 

 

 

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