Dalla Bce nessun cambio di rotta
Come previsto, la Bce si è oggi astenuta dall’annunciare modifiche alla propria politica monetaria. Il rafforzamento dell’euro è stato infatti “riconosciuto da Mario Draghi, che ha citato la volatilità nei tassi di cambio all’inizio della dichiarazione introduttiva, senza però insistere ulteriormente su questo trend” ha commentato a caldo di Julien-Pierre Nouen, Chief economic strategist di Lazard Freres Gestion.
A marzo sapremo cosa succederà dopo settembre?
Così, l’interrogativo circa la strategia post settembre (quando il quantitative easing dovrebbe finire, salvo che non emerga la necessità di farlo preseguire ulteriormente, magari fino a fine anno, ndr) non ha ancora ricevuto risposta. A marzo, tuttavia, la pubblicazione delle nuove previsioni macroeconomiche “potrebbe dare alla Bce l’opportunità di annunciare alcune revisioni della “forward guidance”, fornendo magari delle indicazioni in merito ai possibili sviluppi successivi al mese di settembre” aggiunge Nouen.
Lazard Freres Gestion: espansione può auto sostenersi
Poiché l’espansione economica attualmente in atto nell’eurozona “è ampiamente in grado di auto sostenersi”, l’esperto non prevede “che una modifica graduale della politica monetaria possa esercitare un impatto di rilievo sulla crescita”. Come dire che, come sottolineato anche da altri esperti già stamane, da solo il rafforzamento dell’euro non sembra in grado di far deviare la Bce dal suo percorso di graduale normalizzazione (il cosidetto “tapering”).
Resta il dubbio su quando si rialzeranno i tassi
Il “tapering” dunque partirà, non costituendo un cambio di rotta così drastico da poter avere un impatto significativo (e negativo) sulla crescita dell’eurozona. Semmai l’incertezza è destinata a rimanere ancora per qualche tempo sul quando tale processo potrà avere inizio e quando esso porterà la Bce a rialzare i tassi ufficiali sull’euro.