Criptovalute: furto da oltre 530 milioni di dollari ai danni di Coincheck

Rubati 58 miliardi di yen di criptovalute

Nuovo duro colpo alla credibilità delle piattaforme di trading di criptovalute: la giapponese Financial services agency (Fsa) ha ordinato al gestore della piattaforma di trading online Coincheck, che venerdì aveva sospeso tutti gli scambi sulle ctiptovalute tranne che sul Bitcoin dopo aver scoperto che alcuni harcker avevano rubato l’equivalent di 58 miliardi di yen (circa 534 milioni di dollari) di Nem coin (una delle criptovalute più popolari al mondo), di introdurre miglioramenti alla sua piattaforma se vuole riprendere l’attività.

Il furto è avvenuto ai danni di Coicheck

L’ennesimo furto ha evidenziato quanto siano tuttora vulnerabili i sistemi di scambio online di valute digitali che le autorità finanziarie mondiali stanno iniziando a cercare di regolamentare e più in generale il rischio che il Giappone corre tentando di fare leva sul comparto fintech per stimolare la crescita, finora anemica, della sua economia. Coincheck da parte sua aveva già fatto sapere venerdì che avrebbe rimborsato circa il 90% della somma rubata utilizzando fondi propri, senza però precisare come o quando.

Fsa vuole vederci chiaro sull’accaduto

Il furto è stato agevolato dal fatto che i Nem coin in questione erano parcheggiati su un “hot wallet” (ossia un deposito collegato online) anziché un “cold wallet” (ossia un deposito che opera su piattaforme non direttamente collegate al web). Coincheck, inoltre, non utilizzava finora alcun ulteriore sistema di protezione come quello noto come “sistema multi firma”. La Fsa ha ordinato ora al gestore della piattaforma di trading online di inviare un rapporto dettagliato sull’accaduto e sulle misure che saranno prese per evitare ulteriori episodi criminali entro il 13 febbraio, riservandosi di compiere ispazioni “in loco” anche presso ulteriori gestori giapponesi di scambi di criptovalute.

Per ora mancano regole di sicurezza specifiche

Al momento tuttavia, segnala l’agenzia Reuters, la Fsa non ha vietato l’ulteriore utilizzo di “hot wallet” né ha stabilito regole di sicurezza su come debbano essere mantenuti i “cold wallet”. Il Giappone aveva già iniziato a chiedere a tutti i gestori di piattaforme di scambio di criptovalute di registrarsi presso la Fsa dall’aprile dello scorso anno, consentendo però ad operatori già esistenti come Coincheck di continuare ad operare in attesa della registrazione formale.

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