La Bce interverrà sul mercato per sostenere il dollaro e raffreddare l’euro?

Draghi tiene d’occhio l’euro

Mario Draghi, presidente della Bce, ha più volte ribadito che l’andamento del cambio euro/dollaro non è un obiettivo diretto della politica monetaria della Banca centrale europea, ma certo un euro che si mantiene vicino a quota 1,25 contro il biglietto verde, su livelli che non si vedevano dal 2014 ossia da prima che partisse il programma di quantitative easing della stessa Bce, non è una cosa che possa fare molto piacere a Eurotower.

Strategist non escludono interventi diretti Bce

Così tra strategist e trader si fa a gara a prevedere se e quando la Bce interverrà sui mercati per mettere un freno ad una situazione che nelle ultime settime sembra essere un poco sfuggita di mano, complici anche le nuove dichiarazioni “aggressive” da parte americana. Per Paer Magnusson, strategist senior di Swedbank, ad esempio, sarebbe “probabilmente solo questione di tempo” prima Eurotower debba agire per contrastare un ulteriore apprezzamento del cambio euro/dollaro che darebbe fastidio alla ripresa europea (e alle esportazioni, in particolare tedesche).

Qualche presa di profitto rafforza il dollaro

Se a far rifiatare l’euro sono oggi alcune prese di profitto, la scorsa settimana erano state le dichiarazioni del Segretario al Tesoro Usa, Steven Mnuchin, a dare fuoco alle polveri: per Mnuchin, come abbiamo già riferito, un dollaro debole è vantaggioso per gli Stati Uniti (ma anche per la crescita globale). In un insolito ruolo di “pompiere” era poi stato il presidente Donald Trump, da Davos, a dover sottolineare che a medio-lungo termine il dollaro è destinato a rafforzararsi sempre di più.

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