Salvatore Ferragamo non riesce più a brillare in borsa

Salvatore Ferragamo, le vendite deludono

Giornata negativa per il titolo Salvatore Ferragamo, leader del settore moda-lusso, il cui Cda ha approvato e diffuso ieri a mercati chiusi il dato preliminare sulle vendite del 2017, apparso inferiore alle attese in particolare per quanto riguarda i numeri del solo quarto trimestre (388 milioni di fatturato, in calo dell’8,5% rispetto al lo stesso periodo 2016), su cui hanno pesato l’andamento dei cambi (il calo si riduce infatti al 5,1% a cambi costanti), la minore incidenza dei saldi di fine stagione nel canale primario e la riluttanza dei grossisti ad aumentare il magazzino.

Pesano anche le tensioni in Asia

Il consensus si attendeva per il periodo ricavi leggermente superiori ai 410 milioni (in frazionale aumento rispetto al dato di un anno prima). Sulle vendite sembra aver influito anche la maggiore tensione politica in Asia a causa delle frizioni tra Corea del Nord e Stati Uniti. Tra i primi a reagire alla notizia gli analisti di Raymond James, che hanno tagliato il giudizio sul titolo da “market perform” a “underperform”, fissando il prezzo obiettivo a 20 euro per azione.

Pioggia di bocciature dai broker

Gli analisti di Raymond James, come molti colleghi, giudicano il dato delle vendite “molto deludente” e prevedono che il 2018 possa essere un anno “sfidante e cruciale per Ferragamo” che pare destinata a sottoperformare ulteriormente rispetto al settore moda

lusso in termini di crescita. Altre bocciature sono venute da Jefferies, che ha tagliato il giudizio da “hold” a “underperform” e il target price da 21 a 19 euro, da Mediobanca Securities, che ha limato il target price da 18,40 a 17,50 euro, e da Oddo, che lo ha portato da 23 a 20 euro.

Il titolo torna a perdere terreno in borsa

In risposta alla pioggia di giudizi negativi da parte dei broker sul titolo scattano nuove prese di profitto, anche se a metà mattinata qualche ricopertura consente a Salvatore Ferragamo di riportarsi sui 22,32 euro (-1,5%) rispetto ad un minimo visto in apertura a 21,56 euro per azione. Anche così il bilancio borsistico resta negativo: il titolo oscilla infatti circa un 2% al di sotto di dove si trovava tre mesi fa, con una perdita che a ieri sera superava il 7,3% a 12 mesi e che rischia di ampliarsi ulteriormente.

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