Standard & Poor’s: quale futuro per il mercato immobiliare italiano

Soft landing in arrivo per l’immobiliare europeo

Per il mercato immobiliare europeo è in arrivo un “soft landing” secondo gli esperti di Standard & Poor’s, che prevedono che la Bce terminerà il suo programma di quantitative easing entro al massimo l’inizio del 2019, mentre assegnano un 50% di probabilità ad un altro rialzo dei tassi ufficiali sulla sterlina e prevedono che la Banca nazionale svizzera resti alla finestra. Le migliori condizioni economiche provocheranno una risalita dei prezzi del mercato immobiliare, anche in Italia. Per quanto riguarda il “bel paese”, in particolare, gli sviluppi positivi in campo economico e tassi di interesse ai minimi storici hanno già offerto un primo supporto al mercato immobiliare, ma non hanno ancora provocato un aumento del prezzo degli immobili.

In Italia ripresa deve ancora far ripartire prezzi

La crescita economica è migliorata, di circa l’1,6% nel 2017, ma il dato resta al di sotto della media dell’Eurozona pure se in significativo miglioramento rispetto alla precedente performance registrata dal nostro paese, dove il tasso di disoccupazione è calato a dicembre al 10,8%. Le compravendite di immobili sono in aumento del 5% sui dodici mesi a settembre 2017, ma il ritmo di crescita è più lento rispetto a quello del 2016. Secondo la Banca d’Italia tra gli altri segnali positivi registrati nel mercato immobiliare vi è la riduzione dei prezzi ai quali i proprietari hanno accettato di vendere i propri immobili, in media del 10,2% nel terzo trimestre del 2017, contro il 13% di un anno fa.

Prezzi in rialzo solo per il nuovo per ora

Anche il tempo medio necessario per vendere un immobile residenziale è calato a 7,5 mesi dai 8,9 precedenti, ma il mercato delle abitazioni residenziali preesistenti è ancora in calo (i prezzi hanno segnato una riduzione dell’1,3% annuo nel terzo trimestre 2017), mentre il mercato delle nuove costruzioni ha visto prezzi in crescita dello 0,6% annuo. Tuttavia, le nuove proprietà immobiliari rappresentano appena il 19% di tutte le compravendite del 2017, in calo rispetto al 34% del 2010. Gli investimenti in nuove soluzioni abitative si stanno riprendendo ma nel terzo trimestre del 2017 erano ancora quasi del 30% inferiori rispetto alla percentuale di 10 anni fa. In generale, Standard & Poor’s stima che nel 2017 i prezzi delle case nel mercato immobiliare italiano siano calati dell’1%.

Standard & Poor’s: banche ancora appesantite da Npe

Le banche italiane hanno fatto progressi nel risanare i propri bilanci, ma il livello di non performing exposure (Npe), notano gli esperti di Standard & Poor’s, resta ancora elevato (secondo le loro stime, a fine 2017 lo stock rappresentava il 17% dei prestiti alla clientela privata), ostacolando la creazione del credito. “Il credito ipotecario resta ancora moderato, con una crescita netta dei prestiti stabile al 2% annuoa, nonostante il fatto che ad ottobre i tassi di interesse – ai minimi storici – siano scesi sotto la soglia del 2%”. Questo riflette i più restrittivi criteri di accesso ai prestiti e la più basse valutazioni dei nuovi mutui, rispetto a quelli già in essere e sottoscritti nel momento in cui i prezzi del mercato immobiliare avevano raggiunto il picco.

I trend futuri del mattone italiano

“Stimiamo che quest’anno – scrivono gli uomini di Standard & Poor’s – la crescita del Pil si attesterà all’1,5%, grazie a migliori condizioni del settore bancario, alla continua e robusta espansione a livello globale e nazionale e al miglioramento del sentiment”. Condizioni economiche più favorevoli e bassi tassi di interesse “dovrebbero da un lato supportare la domanda nel mercato immobiliare e, visto il livello contenuto degli investimenti in ambito residenziale, ridurre anche l’eccesso di offerta dall’altro”. In questo modo il divario tra domanda e offerta dovrebbe colmarsi gradualmente, avendo come conseguenza un’ulteriore riduzione dei tempi di vendita e del calo dei prezzi, oltre a provocare un incremento del costo degli immobili. Tuttavia le prossime elezioni di marzo potrebbero “portare a un periodo di incertezza, con potenziali ripercussioni sull’economia e sul mercato immobiliare. Nel medio termine, le prospettive sulla crescita dipendono dell’efficacia con la quale il nuovo governo riuscirà a implementare ulteriori riforme”.

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