Degroof Petercam AM: Est Europa in ripresa, ma servono riforme

Nel 2017 crescita dell’Est Europa ha accelerato

Il 2017 è stato caratterizzato dall’accelerazione della crescita economica europea, che ha superato le attese, attestandosi al 2,3% come ricorda Michiel Verstrepen, economista di Degroof Petercam AM. Anche se tutti i paesi della regione partecipano a questo trend, nota l’esperto, esistono notevoli differenze di fondo. La ripresa è stata particolarmente impressionante nei paesi dell’Europa centrale, orientale e sudorientale: nel terzo trimestre del 2017, l’economia in Slovacchia è cresciuta del 3,5%, in Bulgaria del 3,9%, in Ungheria del 4%, in Polonia e in Repubblica Ceca del 5% in Romania dell’8,6%.

Ora si andrà verso un graduale rallentamento

Nello stesso periodo l’economia greca è cresciuta dell’1,3%. I buoni risultati ottenuti, nota Verstrepen, sono stati sostenuti dalla crescita delle economie dell’Europa occidentale e dalla ripresa ciclica del commercio mondiale. Anche i miglioramenti in termini di occupazione sono stati significativi. Tuttavia, aggiunge l’esperto di Degroof Petercam AM, “l’attuale ripresa economica rappresenta l’eccezione piuttosto che la regola e quindi ci attendiamo una graduale normalizzazione della crescita nei prossimi trimestri”.

Monitorare possibili tensioni inflazionistiche

La ripresa ha inoltre colmato l’output gap (differenziale tra Pil effettivo e potenziale, ndr) per quasi tutti i paesi, il che potrebbe causare pressioni inflazionistiche. Anche se l’inflazione resta debole e per ora più forte nell’Europa centrale e orientale che nell’Europa occidentale, il timore di un periodo di deflazione prolungato, prevalente nella prima metà del 2016, è in gran parte scomparso e l’inflazione potrebbe essere un fattore importante da tenere d’occhio. Oltre al rischio di surriscaldamento dell’economia, vi sono altri motivi per cui è bene monitorare l’Europa centro orientale.

Cresce sfiducia nella Ue, migranti causano tensione

Un primo importante fattore è di natura politica, con una sfiducia nei confronti dell’Ue e un’insoddisfazione generata dalla politica di gestione dei fenomeni migratori che appaiono due temi particolarmente caldi. È probabile che nei prossimi mesi la regione eserciterà una notevole influenza sull’agenda europea, mentre i paesi dell’area balcanica si stanno allineando per l’adesione alla Ue e Bulgaria e Croazia si preparano all’adozione dell’euro entro il 2020, Il secondo importante fattore è di natura demografica: come l’Europa occidentale, anche la regione centro-orientale deve far fronte all’invecchiamento demografico, mentre la forza lavoro subirà un forte calo a causa dell’emigrazione.

Riforme strutturali possibili e necessarie

Ciò rende particolarmente problematico l’atteggiamento nei confronti dei migranti in arrivo e rende necessario affrontare con urgenza la questione di una crescita della produttività insufficiente. Infine, vi è il rischio che i salari aumentino troppo rapidamente minacciando la competitività. Le riforme strutturali, conclude l’esperto di Degroof Petercam AM, restano dunque necessarie e l’attuale ripresa congiunturale offre un’ottima opportunità per attuarle.

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